Lettera dall’Aldilà per il sindaco Abbate: i defunti chiedono le visite dei parenti

L’ingresso all’ultimo piano della colombaia Di Vittorio è stato interdetto dal 2016. I familiare dei defunti non possono neanche accedere per lasciare un fiore.

Modica – ( di Mariacarmela Torchi) – Quando abbiamo affrontato la questione degli ulivi al cimitero di Modica, mai potevamo pensare che venissero fuori,e proprio il caso di dirlo, tanti scheletri nascosti nell’armadio…Di chi?

Questo ancora non lo sappiamo con precisione, ma sembra che le colpe siano, nel tempo, ugualmente ripartite fra tutte le amministrazioni.

Certamente, l’amministrazione Buscema, è quella che ha sancito il patto con il diavolo ma, a sua discolpa, diciamo che, si è trovata il pacco bello e confezionato e, si sa, che rifiutare un regalo è sempre scortese.

Ma anche l’attuale amministrazione ha le sue colpe, e se il sindaco Abbate non vuole rispondere ai sui concittadini vivi, almeno, speriamo lo faccia a quelli che non ci sono più. Ci ha molto colpito,infatti, la lettera che il primo cittadino ha ricevuto dall’Aldila’.

A scrivere al sindaco sono, come riportato nella lettera pubblicata nel gruppo “I modicani su Facebook”, “Carmelo, Agata, Saverio, Giorgia e ancora Salvatore, Anna” defunti che si trovano nelle edicole funerarie della Cooperativa Cimiteriale Di Vittorio al Viale San Massimo ma non solo. Ma cosa chiedono al Sindaco?

Da anni, si legge nella lettera, i nostri parenti ti chiedono, di intervenire a recuperare tutto il complesso pericolante.  Ma tu invece di essere e fare ‘il primo cittadino’ ci appari, ti proponi e ti comporti come le famose tre tragicomiche scimmiette del “NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO” a cui anche aggiungi NON INTERVENGO.

Ti sei mosso, caro sindaco, solo dopo che anche il Genio Civile di Ragusa ti aveva obbligato a chiudere il viale San Massimo. 

Che intenzioni hai?” 

Facciamo nostra questa domanda e, da vivi, la giriamo al nostro primo cittadino nella speranza che, la risposta, arrivi prima di passare a miglior vita. 

Nel frattempo però vogliamo sottolineare che pur guardando al futuro, bisogna sempre avere rispetto per il passato, a maggior ragione se è trapassato.

Le condizioni in cui versa il vecchio cimitero, fanno davvero piangere, e diciamo che di lacrime le famiglie ne hanno già versate abbastanza per i loro defunti, non serve certo che continuino a farlo e, per ragioni che, fra l’altro, potrebbero essere risolte, se solo lo si volesse fare ma, si sa, a volte, ci sono interessi troppo importanti per assecondare le richieste di semplici cittadini.

Eppure,pensavamo che, almeno davanti alla morte, ci si mettesse una mano sulla coscienza ma, la mano dovrebbe essere libera ed invece la si preferisce tenere in pasta, perché i morti sono un business troppo importante per lasciarsi commuovere. 

E non siamo solo noi vivi a pensarlo, visto che, nella lettera lèggiamo che anche nell’aldilà i dubbi sono stati sollevati “Dai spazio a interpretazioni pericolose di qualcuno, scrivono i defunti, che potrebbe pensare a una tua strategia del silenzio a favore di strategie diverse di altri, interessati al trasbordo delle nostre salme in loculi nuovi e più accoglienti, con costi vergognosi.”

In fondo perché si dovrebbero spendere soldi per sistemare il vecchio cimitero quando c’è quello nuovo che aspetta tutti a braccia aperte, con tombe nuove,accoglienti e super accessoriate? 

Ma i morti avranno pur diritto di riposare nel luogo che è stato scelto per loro? 

E così poco importa se, anche quest’anno, non si potrà portare un fiore sulla tomba dei propri cari, perché alcune zone sono inagibili ma, come si legge nella lettera: 

Foto tratta da Facebook

Solo fiori, lumini e preghiere ma a casa dinanzi al nostro ritratto appeso alla parete o poggiato in un portafoto nell’angolo del comò.”

E non basterebbe un articolo intero per riportare tutti i disservizi denunciati dai cittadini, dopo che hanno letto il nostro articolo sull'”orto degli ulivi”. Che fra l’altro è stato rimosso da una nota pagina in cui era stato condiviso e con esso sono spariti anche tutti i commenti dei cittadini, compresi gli insulti e le velate minacce a chi scrive. Ma poi tutto è tornato come prima e anche i commenti sono stati ripristinati.

Basta parlare con la gente per comprendere quante cose non vanno. 

Ci sono storie che fanno rabbrividire,come quella di una signora che qualche tempo fa perse la nonna. Al momento di seppellirla però la famiglia, stranamente, non trovò più il loculo che la nonna aveva acquistato e furono costretti a comprarne in fretta e furia un altro con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.

E questo quello che vogliamo per i nostri defunti?

Ci sono persone che in quel vecchio cimitero hanno i loro genitori, i loro figli, un pezzo della loro vita. Non basta una spazzatina il giorno dei morti come contentino. Ne tanto meno basta fare della beneficenza per lavarsi la coscienza. 

Mi ha sempre colpito una frase all’ingresso di un altro cimitero, quello di Montelepre, un piccolo comune in provincia di Palermo, noto per aver dato i natali al famoso bandito Giuliano.

La frase recita:”Fummo come voi… sarete come noi” una frase che dovrebbe far riflettere tutti, amministratori in primis.

Mariacarmela Torchi

Antonello Buscema, Cooperativa Cimiteriale Di Vittorio, ignazio abbate

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