Ogni giorno è l’8 marzo delle donne

L’8 marzo 2021 è arrivato tra le pieghe della società malata di covid, di ricerca del profitto a tutti i costi, di chiusure improvvise, di indifferenza.

Le donne sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto. Non tutte in smart working, non tutte in regola, molto spesso sono caricate dalla cura dei bambini, dalle persone più anziane, per non dire delle loro multifunzioni, che spesso, soprattutto per cultura sociale vengono loro attribuite.

Il cercare l’autonomia economica anche in periodi di contagi, le espone maggiormente a rischio riguardo i casi di femminicidio.

Occorrono politiche sociali e interventi governativi mirati a rendere le donne indipendenti economicamente, servizi antiviolenza potenziati, avvocati e magistratura formati contro gli stereotipi e i pregiudizi, cultura del rispetto nelle scuole. Necessitano reti sociali forti, capaci di intervenire prima delle lentezze burocratiche.

In Sicilia c’è bisogno di tutto questo e anche di più. A Modica esiste una piccola realtà di donne, il Movimento delle mamme di Modica, che armato di uncinetto, crea coperte da donare ai poveri, senza fare distinzione alcune tra gli individui, prodigandosi e sensibilizzando l’opinione pubblica all’applicazione concreta degli articoli 2 e3 della Costituzione.

Tra i tanti gomitoli di lana in dono, anche quelli della Senatrice Liliana Segre e dalla sua portavoce., Maria Paola Gargiulo.

Queste donne di Modica, e non solo, sono impegnatissime nella creazione della coperta di Agitu, la donna con le caprette, morta a causa di femminicidio in Italia dove era arrivata alla ricerca di un futuro migliore.

Impegnatissime anche in una coperta con le bandiere dell’Africa, perché non si dimentichi che le multinazionali e le corruzioni internazionali sono colpevoli di quanto succede in quei luoghi, di cui ci accorgiamo solo quando avvengono le morti illustri.

Tra loro, c’è chi ha contatti con quei luoghi lontani in cui le donne sono ancora schiave, vittime di violenza e abusi, senza alcun diritto lavorativo. Tra loro c’è anche chi conosceva Agitu. Ognuna riporta la sua esperienza di donna e la ricollega a quella delle altre.

Intanto aderiscono alla petizione indirizzata al Governo Italiano, al Parlamento Europeo, alla Commissione Europea, al Segretario Generale dell’ONU ( Non spegniamo le luci sulla strage in Congo !) perchè i fili tessuti non hanno confini e ciascuna si racconta, anche a chilometri di distanza.


Mavì ci dice che l’8 marzo è celebrare il femminile, la capacità di accogliere e ascoltare, di curare con amore e pazienza, come fa il ventre della madre.

Flaminia pensa che l’8 marzo richiami le donne a essere madri di tutte le creature del mondo, dai figli di tutti agli alberi, fino ad ogni creatura indifesa per la quale occorre lottare ogni giorno.

Mariuccia dice che l’8 marzo come ogni giorno è un momento di tessitura di relazioni sociali in cui non si seleziona nessuno, ma si elegge ogni essere a principe del mondo intero.

Anna afferma, che le donne possono essere fragili ma anche guerriere quando si tratta di difendere i propri diritti e quelli dei più deboli e che la donna va sostenuta, rispettata, amata, in ogni età della sua vita.
Anche nel 2021, c’è bisogno ancora di un’alleanza tra uomini e donne, che sviluppi una convivenza di modi di pensare, di agire. di esistere.
Arianna Salemi

agitu, commissione europea, congo, Liliana Segre, onu

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