Sulla vicenda dall’aeroporto di Comiso siamo arrivati davvero al paradosso. E lo dimostra una lettera aperta scritta dal CEO della compagnia aerea Aeroitalia, Gaetano Francesco Intrieri, compagnia che volerà dal 15 maggio prossimo da/per Comiso.
Una lettera che ci ha lasciati davvero basiti perché a memoria non ricordiamo che sia mai avvenuto che il CEO di una compagnia aerea abbia chiesto scusa ad un territorio cosa che piuttosto avrebbero dovuto fare quei politici che ancora una volta non sono riusciti a difenderlo il loro territorio, la terra dove sono nati e cresciuti, dove stanno facendo nascere e crescere i loro figli.
Ma andiamo per ordine. Perchè prima di tutto la lettera parla, in generale, delle difficoltà che la compagnia ha dovuto affrontare nel rapporto con la competitor irlandese soprattutto per quanto riguarda la Sicilia.
Una concorrenza spietata e certamente scorretta che come dichiara lo stesso Intrieri vuole mandare solo un messaggio “voi da lì ve ne dovete andare”, perché Palermo e la Sicilia è “cosa nostra”.
Una denuncia forte quella del CEO di Aeroitalia che non può e non deve rimanere inascoltata.
“Sanno bene che siamo in Italia dove tutto a loro è concesso dove persino i ministri vanno in pellegrinaggio alle loro celebrazioni, dove ormai i passeggeri si sottopongono serenamente ad acqua pioggia neve e sole che picchia duro nell’attesa di poter salire le scalette dei loro aerei. Loro che atterrano a Roma indistintamente nel city airport e nell’hub, Loro che ormai trattano gli aeroporti italiani come bancomat impartendo regole e disponendone a piacimento, Loro che ormai hanno convinto tutti in questo sventurato Paese che i passeggeri sono di loro proprietà. I loro passeggeri sono ormai educati e piegati alle loro regole, accettano tutto, ritardi e cancellazioni incluse senza battere ciglio. Gli aeroporti invece vivono con un unico mantra: schiena bassa e guai ad urtare la suscettibilità del manovratore. Quanto siamo diventati piccoli!! Siamo ormai un Paese di gnomi, piegati alla tracotanza ed alla arroganza di un cluster di irlandesi ed allo stesso tempo esultanti perchè tra qualche giorno regaleremo ai tedeschi quel che rimane della nostra compagnia di bandiera che oggi non ha più neanche il nome che dovrebbe avere, perché siamo stati anche capaci di buttare nel cesso uno dei marchi con maggior segno di valore nella storia del trasporto aereo. Insomma, diciamocelo con franchezza gli irlandesi sono bravi a manovrare gli aerei, ma noi con la nostra idea di “sistema Paese” gli abbiamo dato una grossa mano”
Ma la parte che ci ha maggiormente colpiti è quella che fa riferimento a Comiso. Perché queste parole sono molto più significative di quelle che sono state dette o meglio sprecate in questi anni sull’aeroporto della nostra provincia:
“Comiso non era nei nostri piani nell’immediato ma Comiso per noi oggi ha un valore simbolico enorme, anzi lo ha per me che sono italiano, che ho avuto la fortuna di imparare quel che so di questo mestiere da chi questo mestiere lo conosce come nessuno ovvero gli americani. In Aeroitalia le decisioni le prendiamo dentro un Cda fatto di gente con tanti anni di aviazione e di cui sono l’unico italiano e spiegare cosa significasse per me volare a Comiso non è stato facile per chi vive di analisi e di numeri. Comiso non è niente di tutto questo, Comiso va molto oltre le analisi, Comiso è solo la voglia di essere dalla parte giusta. Dalla parte di chi almeno sta provando ad alzare l’asticella dell’orgoglio e della dignità in un Paese ormai dove il trasporto aereo è diventato un misto tra una barzelletta ed un perpetuo voler regolare i conti tra poveracci. Inizieremo le nostre operazioni a Palermo ed a Comiso sapendo che faranno di tutto per renderci la vita difficilissima e non pochi ahimè soprattutto tra gli addetti ai lavori o presunti tali di questo Paese saranno contenti se i cari irlandesi ci faranno a pezzi anche a costo poi di ripagare nuovamente 500 euro per 1 ora di volo quando si saranno sbarazzati di noi. Ce la metteremo tutta come stiamo facendo in Sardegna dove voliamo da tre mesi con il 97% di puntualità e cercando di fare il massimo per i nostri numerosi passeggeri”.
“ In Sicilia – continua Intrieri – sarà diverso perché è diverso lo scenario, in Sicilia sappiamo che sará una guerra vera perchè almeno sino a quando ci saremo noi le tariffe a 500 euro a tratta non saranno più ammissibili ed allora come stanno già facendo arriveranno anche a volare sotto il prezzo delle tasse pur di spazzarci via e poter riaffermare che la Sicilia è “cosa loro”.
“Noi potremo lottare solo cercando di avere cura dei passeggeri che ci sceglieranno e senza mai speculare sulle condizioni di insularità dei passeggeri siciliani. Lo faremo fieri della nostra A tricolore sul nostro timone di coda e con il ricordo e la memoria di un’ altra A, quella che per oltre 70 anni ha fatto conoscere l’Italia nel mondo e che il susseguirsi delle strategie politiche di questo Paese ha oltraggiato mettendo insieme un esplosiva miscela di manager incompetenti e irlandesi tracotanti.”
Bisogna aggiungere altro? Solo che queste parole non le avrebbe dovuto pronunciare il CEO di una compagnia aerea e che comunque devono fare riflettere il territorio e soprattutto chi dici di averlo sempre sostenuto e di essere sempre stato dalla parte dei siciliani, dei ragusani, dei comisani. “Comiso è solo la voglia di essere dalla parte giusta” ma la sensazione è che questa voglia ce l’abbiano in pochi.