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Modica, opposizione Abbate preoccupata per i debiti del Comune, ma maggioranza fa orecchio da mercante

Bilancio consuntivo 2020 approvato a maggioranza.

Come di consueto il consiglio comunale nei giorni scorsi ha approvato, con i soli voti della Maggioranza, il bilancio consuntivo del Comune di Modica relativo all’anno 2020.

Ovviamente gli interventi dell’opposizione sono stati pochi, ma non sono mancati i richiami per il palpabile disastro finanziario dell’ente. In una nota congiunta delle opposizioni si apprende che della maggioranza è intervenuta la consigliera Floridia,  ma solo “per difendere l’operato dell’Amministrazione, ma senza entrare nel merito del bilancio”.

Il Consigliere Filippo Agosta, in rappresentanza della forza politica Modica 2038, ha fatto pesanti accuse alla Giunta e al Sindaco, dicendo che” il bilancio, approvato dal Consiglio, è palesemente falso: “È incredibile per me constatare come la falsità, in questa occasione, abbia trionfato e come sia stato possibile che le Posizioni Organizzative coinvolte, i revisori dei conti, gli Assessori, il Sindaco ed infine i Consiglieri di maggioranza presenti in aula si siano associati per approvare un bilancio palesemente falso, che non rappresenta la reale situazione dell’Ente, il Comune è da considerarsi strutturalmente deficitario. E ciò che è peggio è che tale grave violazione di legge – conclude Agosta – si protrae da diversi anni e potrebbe ripetersi ancora”.

Anche il consigliere del Movimento 5 Stelle, Marcello Medica, nel suo intervento, ha evidenziato “le criticità che l’Organo di revisione ha riportato nella sua relazione a corredo del bilancio consuntivo. In particolare, si è soffermato sui debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive come quelli riconosciuti dopo la chiusura dell’esercizio per oltre 1 milione di euro; sull’elevatissimo importo delle anticipazioni di liquidità per un totale di quasi 87 milioni di euro di debiti nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti, cui va sommata l’anticipazione di cassa non restituita al 31/12/2020 di quasi 12 milioni per un totale quindi di quasi 100 milioni di euro esclusivamente nei confronti di istituti finanziari che solo per l’anno 2020 hanno generato ben oltre 2,7 milioni di euro di oneri finanziari. Altra nota dolente e concausa dell’elevata scopertura e dei conseguenti interessi passivi, è la scarsa capacità di riscossione con oltre 9 milioni di residui attivi – crediti non riscossi – tra IMU e TARI soltanto nel 2020. Per non parlare delle società partecipate, fonti di perdite continue a carico anch’esse del già disastrato bilancio comunale”.

Infine si è registrato, si legge nel comunicato congiunto, anche l’intervento della consigliera Ivana  Castello, per il Partito Democratico. Per la Castello è  “inaccettabile che il consuntivo 2020 si sia chiuso con un disavanzo che: 1°) supera i due milioni e mezzo di euro; 2°) costituisce un nuovo debito fuori bilancio di tre milioni con riferimento ai soli consumi energetici e 3°) registra una anticipazione di cassa di circa 18 milioni. Queste cifre collidono col Piano di riequilibrio che contempla non un aumento ma una significativa e preordinata, oltre che inderogabile, riduzione dei debiti. Tutto ciò conferma che il sindaco ha pensato, sempre e solo, al proprio ritorno elettorale escludendo gli interessi del popolo. Quando non si rispetta il piano di riequilibrio e se ne mancano gli obiettivi intermedi, ci si avvicina, inequivocabilmente, al dissesto. E nessuna campagna elettorale, fosse per l’elezione del presidente della repubblica, può valere tanto”.

Per le forze politiche di Modica 2038, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, “la situazione finanziaria sempre più grave per il Comune di Modica, difficilissima da gestire da qui in avanti per qualsiasi Amministrazione futura, costituisce una pesante eredità che irresponsabilmente Abbate lascia ai cittadini di Modica”.

In precedenza sui lavori del Consiglio era intervenuto l’ex consigliere Vito D’Antona di Sinistra Italiana. Il quale in una nota ha scritto:”con il consueto ritardo sui tempi di legge, con ben quattro deliberazioni, due a correzione delle prime, ed un emendamento dell’ultimo minuto, a dimostrazione della confusione che regna nell’amministrazione, il Consiglio ha approvato il conto consuntivo 2020, sicuramente l’ultimo del mandato di Abbate, se è vero che sono probabili le sue dimissioni ad aprile 2022”.

 “Oltre cento milioni di euro i prestiti contratti con lo Stato che la città dovrà restituire a rate annuali entro vent’anni, di cui oltre 86 milioni al 31 dicembre, (44 milioni chiesti da Abbate nel 2020),  ai quali si aggiungono sedici milioni deliberati ancora qualche giorno fa; l’anticipazione di cassa non restituita al 31 dicembre era di oltre undici milioni quando nel piano di riequilibrio si assumeva impegno di abbassarla ad otto milioni”, ha aggiunto D’Antona.

Vito D’Antona denunzia un disavanzo di oltre “73 milioni di euro; una montagna di crediti per circa 160 milioni di euro, dei quali 90 milioni ritenuti non esigibili, oltre ai debiti accumulati con i fornitori e con le società partecipate; i tempi medi di pagamento delle fatture ai fornitori che superano i 570 giorni, quando la legge ne prevede 30”.

Sul fronte dell’incremento delle entrate e della tanto proclamata lotta all’evasione, aggiunge D’Antona, siamo all’anno zero: “Abbate porta la responsabilità di avere smantellato al suo insediamento l’ufficio ragioneria e di avere tergiversato sugli strumenti di riscossione, come fu per tre anni l’affidamento ad un consorzio, affidamento contestato allora dall’opposizione e ritenuto poi illegittimo dall’Anac, fino ad approvare con una recente delibera la esternalizzazione del servizio con insopportabili ed inaccettabili ulteriori spese a carico dei cittadini”. Ricordiamo, aggiunge D’Antona,  a questo proposito, la ciclica emissione di “bollette pazze” per il consumo dell’acqua, frutto di mancanza, per anni, della lettura dei contatori.

 Infine per D’Antona, che è stato sempre critico, nei confronti del sindaco Abbate, “il Comune di Modica   non ha allontanato il rischio del dissesto, nel quale si prova a “galleggiare” indebitandosi e trasferendo ai futuri amministratori un debito colossale, con i dati più significativi di segno negativo e con risultati lontani dagli obiettivi del piano di riequilibrio, ancora all’attenzione della Corte dei Conti”.

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Redazione