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Giornata mondiale dell’Aids: le riflessioni della Pastorale della Salute di Ragusa

Il 1° dicembre ricorre la Giornata mondiale dell’Aids. Anche l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, diretto dal sacerdote Giorgio Occhipinti, è impegnato ad attivare azioni di sensibilizzazione.

“E’ una malattia che è scoppiata, a livello globale, più di quaranta anni fa – chiarisce la dottoressa Maria Antonietta Di Rosolini, direttore del reparto di Malattie infettive di Ragusa e componente della Consulta della pastorale – assumendo, sin dall’inizio, carattere pandemico.

Il mondo scientifico ha ottenuto grandi risultati contro l’infezione da Hiv garantendo, con una terapia virosoppressiva a vita, la sopravvivenza di chi contrae l’infezione con una qualità di vita che consente, nella gran parte dei pazienti, una progettualità pari alla generalità delle persone.

“L’Aids – continua Di Rosolini – è una malattia che è comparsa perché alcune tribù africane hanno mangiato carne delle scimmie. Queste hanno contagiato all’uomo un virus che, adattandosi all’uomo (si chiama salto di specie) ha causato la malattia da virus Hiv.

L’urbanizzazione delle foreste, l’alimentarsi con carni di animali come i pipistrelli che, solitamente, non condividono l’habitat dell’uomo, ha portato il coronavirus Covid-19 nell’uomo. Cosa abbia scatenato questo nuovo salto di specie è sotto gli occhi di tutti.

Non possiamo disconoscere che la causa della malattia da Covid è frutto di questa perdita di equilibrio, del senso del confine. Dobbiamo, dunque, ricostruire l’equilibrio rispettando il confine”.

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Cinzia Vernuccio