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Giorno della memoria: spettacolo di livello al Garibaldi

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La danza, si la danza! Può vincere l’olocausto? E si può trasmettere, raccontando l’Olocausto, un messaggio di speranza da cui emerga l’importanza dell’arte? Ebbene si!

 

Gli spettatori , sabato 26 gennaio al Teatro Garibaldi di Modica, grazie a Un tempo per parlare, un tempo per danzare, liberamente tratto dal diario autobiografico di Helen Lewis Il tempo di parlare, organizzato dall’Associazione The Entertainer per celebrare il Giorno della Memoria, hanno avuto la possibilità di riflettere sulla grande tragedia.

Lo spettacolo narra la storia di una ballerina cecoslovacca vittima della deportazione e sopravvissuta grazie alla sua arte.

È la danza infatti a rendere sopportabile la reclusione nel ghetto di Terezin. Ed è ancora la danza che le fa guadagnare la stima e il rispetto dei carcerieri, sia ad Auschwitz che a Stutthof, che attenueranno le vessazioni nei suoi confronti permettendole di resistere, fisicamente e psicologicamente, fino alla liberazione.

Interpretato da Simonetta Cartia per la parte vocale e da Serena Cartia per la parte danzata – sue anche le coreografie – Un tempo per parlare, un tempo per danzare ha ottenuto il patrocinio dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

Marco Cascone, giovanissimo talento ibleo in ascesa, ha condotto per mano ogni momento dello spettacolo improvvisando e proponendo arrangiamenti personali di temi ebraici; tra questi, i brani Yoshke yoshke, Yankele, Dona dona e Rozhinkes mit mandlen cantati da Simonetta Cartia.

Il regista Giovanni Spadola ha denudato il palcoscenico inserendo sulla scena pochi, essenziali, elementi: un tavolo, una sedia, una radio, una forma di pane e una stella di David, disegnata durante lo spettacolo.

Lo spettacolo si è avvalso degli allievi del laboratorio di formazione e avviamento al teatro “Tessuto inclusivo” organizzato dalla Cooperativa Cartellone di cui è presidente Lillo Contino che, a meno di quattro mesi dall’inizio delle attività, hanno dimostrato di avere presenza scenica, espressività, coordinamento, rigore e professionalità.

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Redazione