Modica saluta il suo capitano, Pippo Macrì vivrà per sempre nel cuore dei modicani

Modica – La città di Modica, stamattina ha dato l’ultimo saluto a Pippo Macrì. Nella chiesa di San Massimiliano Kolbe, sono stati in tanti a salutare colui che sarà per sempre il “capitano” di tutti gli sportivi modicani.

Tanti suoi ex compagni di squadra, che hanno difeso con onore la maglia rossoblù dei “Tigrotti” erano presenti per salutarlo per l’ultima volta, da Sebastiano Schiavo a Tony Vendramini, da Vincenzo Pitino a Paolo Velardita. E poi ancora Luigi Galazzo, Emanuele Sarta, Piero Rosa, Peppe Sammito, Salvatore Cassibba, Giovanni Spidaletto, Rino Bennardo e Vincenzo Gennuso. Presenti anche i suoi “pupilli” che sono stati allenati dal “maestro” così come amavano chiamarlo. Alessandro Cassibba, Marco Basile, Danilo Sabellini, Giovanni Spadola, Saro Alecci, Peppe Bellio, Giorgio Iacono, Peppe Andolina, Carmelo Giglio, Giorgio Di Raimondo Roberto Noto, Marco Adamo, Simone Pitino, Massimo Belluardo, Massimo Battaglia, Andrea Aprile, ma tanti sono stati gli attestati di stima di tanti postati sui social da ex giocatori rossoblù, che vivendo fuori Modica sono stati impossibilitati a presenziare, ma hanno voluto essere vicini al grande “Panzer” che ha fatto gioire tantissimi modicani, tra questi Nello Campagiorni, Giuseppe Valzoni, Nino Salmeri, Peppe Cammarata, Tano Cori.

In una Chiesa troppo piccola per poter accogliere tutti coloro che hanno amato il grande Pippo, Don Paolo Alescio ha ricordato la tenacia con la quale Macrì ha difeso i colori del Modica Calcio e con la stessa tenacia ha portato avanti la famiglia che si era costruito seguendo gli insegnamenti ricevuti dai genitori che si “tenevano” per mano e che lui ha amato e accudito. Pippo con la sua semplicità e la sua presenza “forte” ha sempre difeso con tutto se stesso le cose che amava. Arrivato da Messina nel 1969, Macrì a Modica da più di 50 anni era un modicano “d’adozione” che tutti volevano bene e rispettavano, ma non solo perchè era il “capitano” di tante battaglie rossoblu, ma perchè era una persona di sani principi che riusciva a dare serenità con il suo modo di fare gentile e rispettoso verso chiunque.

Toccanti alla fine della cerimonia di commiato sono state le parole dell’amatissima nipote Cassandra che tra la commozione ha ricordato il suo adorato nonno e il rapporto speciale che aveva con lui.

La “sua” maglia rossoblu numero 9, una sciarpa rossoblu e il gagliardetto del Modica Calcio erano ben visibili sulla sua bara che all’uscita dalla chiesa è stata accolta da un lungo applauso. Poi l’ultimo giro d’onore al “Vincenzo Barone” completamente diverso da quando ci giocava lui, ma sempre teatro di tante battaglie, dove Pippo con la fascia da capitano al braccio suonava la carica sospinto dai tanti cori e l’incitamento dei tifosi che assiepavano le allora anguste tribune.

Pippo è stato posato sul dischetto del rigore per poter calciare e realizzare virtualmente il suo ultimo gol e di reti con la maglia del Modica il “bomber” Pippo ne ha realizzati oltre cento. Poi il giro di campo portato a spalla dai suoi ex compagni e giocatori che ha allenato nella sua carriera e l’ultimo applauso della città che lo piange come un figlio. Con Pippo Macrì si “ammaina” un’altra bandiera, forse la più blasonata insieme a quella di “zio” Pietro.

La salma di Pippo Macrì, ora sarà trasferita a Cosenza, dove nelle prossime ore sarà cremata.

Servizio e foto di Claudio Abbate

Riproduzione riservata. Le foto sono una esclusiva de “Il Domani Ibleo”

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Commenti (1)

  • Giuseppe valzoni

    Con Pippo se ne andato uno dei miei più grandi amici che ho avuto nella mia lunga carriera oltre che un grande capitano era un grande uomo e a Modica con Zio Pietro Scollo erano un’istituzione ciao amico mio

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