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“Spampinato. La verità difficile” – A Ragusa un incontro per ricordare Giovanni Spampinato

Si è svolto presso la sala del BAM al Parco Giovanni Paolo II di Ragusa l’incontro dal titolo “Spampinato. La verità difficile”, promosso dai Giovani Democratici di Ragusa e dal Partito Democratico di Ragusa nell’occasione del 53° anniversario dell’assassinio del giornalista Giovanni Spampinato, ucciso nel 1972 mentre indagava su ambienti neofascisti e trame eversive nella Sicilia orientale.

La serata, moderata da Federico Androne, segretario dei Giovani Democratici di Ragusa, ha visto gli interventi di Salvatore Spampinato, fratello di Giovanni, del giornalista del TgLa7 Carmelo Schininà (autore della recente inchiesta “Ragusa ’72. La Sottile Linea Nera”) e del giornalista Angelo Di Natale.

Al centro del dibattito c’è stata la richiesta della riapertura del caso Spampinato da parte di Salvatore, basata sui nuovi elementi emersi dalle indagini giornalistiche di Schininà. Documenti inediti, perizie e testimonianze rimaste sepolte per decenni disegnano oggi una verità radicalmente diversa da quella fissata dalle sentenze dell’epoca: secondo le nuove ricerche, l’omicidio di Giovanni non fu un delitto d’impeto, ma piuttosto un’esecuzione politica inserita in una rete di contrabbandieri, neofascisti e apparati deviati dello Stato.

Motivo e contesto

Il movente sarebbe legato alle inchieste che Spampinato conduceva sull’omicidio dell’ingegnere missino Angelo Tumino, ucciso otto mesi prima del cronista, mentre stava trattando un traffico di reperti archeologici e fondi neri con personaggi collegati all’estrema destra e alla criminalità organizzata.

Secondo l’inchiesta condotta da Schininà, Spampinato stava svelando un filo politico-eversivo che univa Ragusa, Siracusa e Reggio Calabria, anticipando i temi e i meccanismi che poi esplosero negli anni della “strategia della tensione”.

Un’impegno che va oltre la memoria

“Ricordare Giovanni Spampinato significa ricordare che la verità non è mai neutra”, ha detto Federico Androne aggiungendo che fu un vero atto di coraggio civile e politico; Giovanni pagò con la vita la scelta di non piegarsi ai silenzi e alle connivenze, di raccontare un Sud che voleva essere libero e moderno.

Da parte del segretario del Pd provinciale, Riccardo Schininà, è stato sottolineato che le nuove inchieste giornalistiche e la richiesta di riapertura del caso dimostrano che in questa vicenda non c’è solo la memoria di un uomo, ma un pezzo di verità negata al Paese. “Spampinato fu vittima di un disegno politico e criminale che intrecciava la destra eversiva, la mafia e settori deviati dello Stato. Denunciare tutto questo oggi significa riaffermare una cultura della legalità e della trasparenza che dobbiamo continuare a difendere, in Sicilia come in tutta Italia”.

Per il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Ragusa, il ricordo di Giovanni non è mera commemorazione, ma un impegno attivo per la verità, la libertà d’informazione e la giustizia.

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