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Al giornalista Bascietto assegnata una scorta: con coraggio racconta le ombre di Vittoria

È un ritorno che porta con sé più di una semplice data: il 14 novembre, Giuseppe Bascietto – nato a Vittoria ma residente altrove – farà rientro nella sua città per consegnare alla comunità da cui proviene un premio ricevuto a Masagne. Vittoria lo accoglierà in segno di riconoscimento per un impegno professionale difficile e spesso pericoloso.

Una misura di tutela che parla da sola

La decisione della Prefettura di Ragusa di stabilire una misura di tutela nei confronti del giornalista è un dato che non può essere ignorato: Giuseppe Bascietto è da tempo impegnato sul fronte delle inchieste legate al potere criminale nel territorio ragusano e in particolare a Vittoria, un’area dove il mercato ortofrutticolo, tra i più grandi d’Itlia, diventa anche terreno fertile per dinamiche mafiose. Le autorità – pur non avendo reso pubblici i motivi specifici – sembrano aver ritenuto che il suo ruolo potesse comportare rischi.

Il cronista e la sua città

Dalle sue pagine – e dai suoi libri – Bascietto ha raccontato le mafie siciliane, il rapporto tra comandi criminali e territorio, la presenza di interessi economici oscuri dietro l’agroalimentare dell’area iblea. Non si limita a osservare da lontano: torna sulla scena di Vittoria, ne esplora le pieghe, le tensioni, le alleanze occulte. Anche recentemente ha affrontato il sequestro-lampo di un ragazzino 17enne a Vittoria, definendolo una “sfida allo Stato” perché liberato praticamente a pochi metri dal commissariato, segno di una scena che parla da sé.

Bascietto è intervenuto il 14 ottobre nella trasmissione televisiva Uno Mattina su Rai 1, in cui sono state messe in luce le emergenze di Vittoria: dall’inquinamento causato dagli incendi di rifiuti plastici (“fumarole”) al sequestro- lampo del diciassettenne .

Ha descritto un presunto legame tra una “mafia albanese” ormai radicata in economia locale e i clan vittoriesi, sostenendo che tali alleanze puntino al controllo del territorio.

Il prestigio del premio e la restituzione alla città

Il premio consegnato a Bascietto nasce come riconoscimento per il suo impegno civile e giornalistico, e la scelta di tornare a Vittoria per dedicarlo alla comunità rivela un gesto simbolico importante: non solo ricevere un premio altrove, ma tornare da dove si è partiti, lasciando un segno della propria missione. Per una città che sa di essere in una zona “sensibile”, come lui stesso ha detto di continuo, questo è un atto di visibilità e, forse, di speranza.

Perché l’attenzione su Vittoria non è casuale

Vittoria è sì città dell’ortofrutta, di serre e mercati importanti. Ma è anche un crocevia dove interessi economici forti incontrano le ombre della criminalità organizzata. Bascietto lo sa, lo analizza, lo racconta – e questo comporta un aumento dell’esposizione professionale. In un territorio dove le regole non sempre seguono la luce del sole, scegliere di non voltarsi dall’altra parte è scelta rischiosa.

Il ritorno del cronista nella sua città il 14 novembre – con il premio che vuole essere dedicato alla comunità – è un momento che va oltre la cerimonia: è promemoria che il giornalismo d’inchiesta, se fatto sul serio, lascia un’impronta concreta. E che chi racconta con rigore merita non solo applausi ma sostegno.

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