Più Pil Nazionale, ma rimane l’incertezza e viene ancora in soccorso John Maynard Keynes

Nel 2025 l’economia italiana ha mostrato una crescita ( mini crescita) del Pil appena dello 0,3 o o,4 per cento, insomma come affermare che resta, nel complesso, ferma.

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di Salvatore G. BLASCO

Tutto questo è da ascrivere alla anemica capacità di investire – anche a debito – in infrastrutture. Senza infrastrutture il Paese non cresce perché anziché spingere frena il trend dello sviluppo.

     Senza sviluppo non c’è occupazione e nemmeno crescita di salari e stipendi.

     La nostra crescita congiunturale è stata appena dello 0,3, con un aumento del valore aggiunto in agricoltura, silvicoltura e pesca e diciamo anche nel settore industriale, mentre i servizi sono rimasti stazionari.

     L’Istat poi ha stimato una crescita acquisita del Pil per il 2025 pari allo 0,4 per cento.

     Detto questo, citiamo il ritorno nel mondo economico delle teorie del grande economista inglese John Maynard Keynes ( 1883-1946 ).

     Grazie ai suoi, sempre validi insegnamenti la nostra economia e quella occidentale ha superato la crisi pandemica del 2020-2021.

     Non c’è stato, a livello accademico, un vero e proprio ritorno del suo pensiero ma è ritornato in auge in altri campi.

 Nelle politiche economiche dei governi e delle banche centrali è invece avvenuto il pieno ritorno degli strumenti di politica economica che si ispirano alle idee di Keynes.

     Dunque il Nostro è tornato. Come suggeritore di una strumentazione monetaria e fiscale alla quale banche centrali e governi possono ricorrere nel caso in cui le economie soffrano di sottoccupazione e abbiano difficoltà a risollevarsi.

     Un esempio per farmi capire meglio:

 Che cos’è  il quantitative easing applicato dalla Banca Centrale Europea, dall’allora Presidente Mario Draghi?

 Insomma è significativo che sia stato un ex banchiere Mario Draghi a scrivere per primo, in un articolo sul “ Financial Times “, che per le banche centrali e per i governi era necessario utilizzare tutti gli strumenti di politica economica Keynesiana.

     Si deve a Keynes se il mondo della politica e dell’economia oggi sa che il mercato non è in grado di abolire il rischio e l’incertezza, che le fluttuazioni economiche sono parte inevitabile del funzionamento dei mercati, e che dunque può essere utile e necessario intervenire con adeguati strumenti di politica economica e finanziaria, come il grande economista britannico ci insegnato.

     A questo punto non possiamo trascurare l’impatto dei dazi sull’economia italiana: Si stima un impatto complessivo sul Pil italiano compreso tra – o,5 e -1% al 2027 rispetto ad uno scenario senza ulteriori misure tariffarie.

Insomma lo scenario internazionale rimane complesso e persistono elementi di incertezza  legati agli effetti delle tensioni geopolitiche ,  dei nuovi dazi dell’amministrazione statunitense,   degli elevati prezzi di alcune materie prime così come dei tassi di interesse.

    Il governo italiano confronta i dati italiani con quelli di Germania e Francia ed esulta: ma fa male i conti.

     Si, è vero che Francia e Germania nel promo trimestre del 2025 crescono meno di noi, ma nel 2024 e nel 2025, la crescita del Pil  italiano è al di sotto della media dell’Europa.

Concludo: Festeggiare per un trimestre positivo, come fanno alcuni ministri, è penoso e fuori dal mondo.

Mi chiedo a questo punto: Perché hanno dimenticato il Sud?

Ricordo al ministro Giorgetti, al di là di ogni enfasi, che il 40% dei siciliani si trova a rischio povertà. Quindi si adoperi per il Sud, nel suo complesso, con azioni mirate di politica economica perché se il Sud non cresce non crescerà nemmeno l’Italia tutta.

     Da economista e da Direttore della banca Comit e Intesa Sanpaolo ho avuto la fortuna da seguire queste vicende in cui il Sud e la Sicilia sono state dimenticate e marginalizzate, naturalmente con tanta colpa,della classe politica di ieri e di oggi.

     Questa tragedia ci parla di investimenti non fatti, di una totale assenza di visione e prospettiva che riguarda questo governo e i suoi precedenti.

     A che serve sentire oggi da tante anime verginelle: Piove governo ladro…..

               S.G.BLASCO

Banca Centrale Europea, Istat, Mario Draghi, pil, Sud Italia

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