Il nostro Mezzogiorno d’Italia diciamo che sta registrando una emergenza silenziosa, subdola e nello stesso tempo devastante.

Insomma il suo lento e inesorabile  spopolamento sta creando uno sgretolamento economico e sociale la cui portata ancora ci sfugge.

     Detto questo diciamo che il Sud è gravato da gravi e profonde inefficienze.

     Nella nostra breve analisi parliamo di capitalismo rifacendoci anche all’economia come pensiero. Parliamo qui di problemi demografici ( Malthus ) e di capitalismo come argomento spirituale.

      Preciso per essere più chiaro che senza il riferimento dello Spirito nella terrenità, il capitalismo non esisterebbe.

Infatti oggi comprendere il capitalismo come il dilagare o espandere di un mondo di cose non basta, si non basta, occorre riconoscervi una prepotenza spirituale.

     La conoscenza di questo capitalismo com’è, nelle seduzioni Faustiane che patisce e nello slancio che l’anima, è un compito dal quale le naturali scienze economiche di Quesnay e dei suoi successori sono per scelta lontane.

     Ma la dottrina economica, se ha provato in questi lunghi anni, di non riuscire a prevedere alcunchè dei problemi in corso, ha anche mostrato, a livello speculativo, di usare come elementi diciamo indiscutibili categorie che sono invece peculiari e storiche.

C’è dunque del marcio nel mondo degli economisti.

     Thomas Malthus riteneva che la popolazione tendesse a crescere in modo esponenziale (geometrico), mentre i mezzi di sussistenza (come il cibo) crescessero solo in modo lineare (aritmetico). Questo secondo l’economista e demografo britannico , avrebbe portato a uno squilibrio tra la  domanda e l’offerta.

     Noi citiamo Malthus in controsenso, cioè ironicamente, per parlare invece di spopolamento del Mezzogiorno che sta portando quelle zone alla desertificazione.

     Il Mezzogiorno si spopola principalmente a causa di un mix di fattori economici, politici e sociali, tra cui: differenziali salariali rispetto al   Nord.

     Il fenomeno dello spopolamento nel Sud Italia preoccupa profondamente gli italiani secondo un recente rapporto, il 60% della popolazione lo ritiene un problema urgente soprattutto nelle regioni meridionali, dove l’emigrazione giovanile e la carenza di opportunità lavorative continuano a svuotare interi territori.

     Il governo in carica, sottolineo, deve impegnarsi, insomma è necessario invertirequesta tendenza demografica come un destino inevitabile. Deve essere obiettivo strategico per i prossimi anni, puntando sulla rigenerazione sociale ed economica del Mezzogiorno attraverso un piano d’azione condiviso con Enti e Istituzioni locali.

     Il rischio che il Sud si spopola è una sconfitta per chi governa.

     Da che mondo è mondo, se una regione o un territorio si spopola, significa che c’è qualcosa che non va.

     E le cause, ovviamente possono essere tante.

     Ma, se non vogliamo girarci intorno con complicate analisi sociologiche, non ci resta che una sola diagnosi.

     Ecco il vero, grande problema del Sud.

     La mancanza dello Stato. Che, per alcuni territori beninteso, fa poco o nulla per aumentare la ricchezza, mentre fa di tutto per mantenere la miseria.

    Un monito o meglio un grido di dolore per chi scrive essendo uno del Sud, meglio un siciliano, al quale non piace sentire parlare male dalla propria terra, da coloro che invece dovrebbero stare in silenzio.

     Mancano grandi uomini come Enrico Mattei.  Mancano grandi manager di Stato e uomini illuminati come politici, banchieri ed economisti capaci di portare il Sud Italia verso la modernità e il progresso.

                                                 S. G. B

                                            Capo Area C.G.F