1° Maggio 2025 negli Iblei: Festa del Lavoro, ma non per tutti, la fotografia della CGIL

Oggi 1° Maggio, si celebra la Festa dei Lavoratori e anche quest’anno la CGIL di Ragusa celebra il Primo Maggio, con il concerto a Pozzallo, dove purtroppo mancheranno le persone costrette a lavorare a causa delle aperture dei negozi in alcuni centri commerciali, nonostante le proteste.

Un Primo Maggio intriso di preoccupazione per una realtà che, soprattutto in provincia di Ragusa, continua a essere segnata da disuguaglianze, salari bassi, infortuni sul lavoro e precarietà diffusa e con una provincia sotto la soglia della dignità salariale. Ragusa è  infatti agli ultimi posti in Italia per retribuzioni medie annue, con appena 14.882 euro lordi l’anno, pari a circa 67 euro al giorno.

Un dato che rappresenta il termometro di una condizione sociale insostenibile. Mentre a Milano si superano i 32.000 euro, la forbice si allarga e la Sicilia sprofonda in un Sud che lavora tanto ma è pagato troppo poco. Nel ragusano la dinamica salariale negativa è diventata una costante che scoraggia i giovani, spinge all’emigrazione e svuota il futuro.

La sicurezza sul lavoro: una promessa ancora tradita. Il tema scelto quest’anno a livello nazionale – la sicurezza nei luoghi di lavoro – ci interpella in modo drammatico, ha affermato il segretario provinciale della Cgil, Giuseppe Roccuzzo. “Non possiamo dimenticare la serie di incidenti e di morti che si verificano ogni giorno in Italia. Inoltre, sono decine ogni anno gli infortuni, spesso taciuti, che avvengono in provincia di Ragusa, segno che la cultura della prevenzione è ancora un orizzonte lontano.”

“Serve, prosegue Giuseppe Roccuzzo, un investimento strutturale su formazione, controlli, responsabilità delle imprese. Il lavoro deve tornare a essere sinonimo di vita, non di rischio”.

In provincia di Ragusa si lavora in settori a bassa produttività, spesso senza possibilità di valorizzazione delle competenze. Il risultato è un esercito di “lavoratori povero”: si lavora, ma non basta per vivere. A nulla serve vantare l’elevata copertura contrattuale nazionale se poi, nella realtà, i lavoratori restano intrappolati in part-time involontari, contratti a termine o lavoro nero.

Il Primo Maggio non è una liturgia. È l’occasione per ricordare che dietro ogni numero c’è una storia, una famiglia, un destino. La CGIL di Ragusa rilancia il proprio impegno per un lavoro libero, sicuro e giustamente retribuito e chiede al Governo e alle istituzioni locali, politiche mirate per il Sud e per le aree interne, investimenti per la buona occupazione, incentivi alla contrattazione decentrata e un piano straordinario di controlli per la sicurezza. I referendum sul lavoro e cittadinanza del prossimo 8 e 9 giugno potrebbero essere, secondo la CGIL uno strumento importante per affrontare e risolvere le criticità.

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