Elezioni provinciali, Genovese e la sua verità sulla sentenza: “Presenterò ricorso al CGA”

Ieri il TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso contro le elezioni di secondo livello nelle ex Province siciliane.
Soddisfatto della notizia il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale che si era opposto alla richiesta di sospensione ha dichiarato “Siamo riusciti a sventare il tentativo del centrodestra di far saltare le elezioni di secondo livello” Ma non tutti ovviamente sono contenti di quanto accaduto sopratutto coloro che avevano presentato i ricorsi. Fra questi il Presidente del Consiglio Comunale di Ispica, Giambattista Genovese il quale sferra un duro attacco nei confronti dell’on Dipasquale.
“A leggere le dichiarazioni dell’onorevole Nello Dipasquale-dichiara Genovese-sembra quasi che il TAR abbia dato un via libera trionfale alle elezioni di secondo livello. Peccato che la realtà sia ben diversa.
Il TAR ha dichiarato inammissibile il ricorso non perché infondato, ma solo per un motivo di competenza, rimandando la questione al giudice civile. E cosa ha scritto nero su bianco il TAR? Che i cittadini hanno diritto al voto diretto, come sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
Quindi, Dipasquale mente sapendo di mentire quando afferma di aver “sventato il tentativo di impedire il voto”. Il vero problema è che lui e chi la pensa come lui vogliono governare senza passare dal voto popolare, usando il sistema di secondo grado come uno strumento per consolidare il potere senza il fastidio del suffragio universale.
Ma sappiano che non staremo a guardare. Personalmente, porterò avanti il ricorso al CGA, mentre altri si rivolgeranno al giudice ordinario. La battaglia per il diritto al voto diretto non si ferma. Perché la democrazia non si aggira, non si manipola, non si negozia.
La sentenza del TAR di Palermo è stata letta male, o forse non è stata letta affatto, dall’onorevole Nello Dipasquale.
Cosa dice davvero la sentenza?
1)Il TAR ha riconosciuto che i cittadini hanno diritto al voto diretto, citando persino un trattato internazionale, l’art. 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
2)Il TAR non ha respinto la richiesta nel merito, ma ha stabilito che la competenza è del giudice civile, dove la battaglia continuerà.
3)Il sistema attuale di voto ponderato per le ex Province non è mai stato giudicato conforme ai principi di democrazia universale, e chi oggi canta vittoria lo fa per convenienza, non per verità.
DI Pasquale ed il Pd cercano di far passare questa sentenza come un trionfo, quando in realtà è un colpo durissimo alla loro narrazione. Il loro obiettivo è chiaro: proseguire con le elezioni di secondo livello per mantenere il controllo degli enti locali senza il voto diretto dei cittadini.
Ma chi crede nella democrazia non starà fermo. Il ricorso andrà avanti fino al CGA e anche davanti al giudice ordinario. Perché la verità è più forte di qualsiasi tentativo di distorsione della realtà.
“Io, insieme ad altri cittadini, non permetterò che il diritto al voto venga aggirato con escamotage di potere-conclude Titta Genovese-la battaglia non è finita. La democrazia si difende nelle aule di giustizia e, soprattutto, nelle urne”
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