Sanremo 2025, seconda Serata: “Voglio una vita tranquilla”

« Io voglio una vita tranquilla, perché è da quando sono nato che sono spericolato». Così cantava il buon Tricarico nel Sanremo 2008, canzone che tra l’altro gli valse il premio della critica quell’anno, ed è un po’ la sintesi della seconda serata del Festival di Sanremo di ieri.

don Stefano Cortesiano

Dopo la velocità nel dover presentare tutti i cantanti e finire in tempo per dare la linea al Dopo-Festival del martedì, ieri il buon Carlo Conti sembrava un po’ più rilassato, anche se non ha mai mollato veramente la tensione che potesse andare oltre l’orario stabilito e vedersi trasformare il palco di Sanremo in una zucca (citazione di Cenerentola per i lettori meno esperti). È anche vero che ad affiancarlo ieri non c’erano altri presentatori ma una modella, un comico e un Cristiano Malgioglio (non so in che categoria potrei metterlo); che hanno in qualche modo allentato la serata e spezzato il ritmo del presentatore toscano (fortunatamente). Ma andiamo con ordine

Un orientamento della classifica

Le canzoni: comincia a delinearsi piano piano una sorta di orientamento della classifica, che si conferma quasi totalmente la stessa del Martedì fatta eccezione di Fede che si aggiunge a Cristicchi, Giorgia, Lucio Corsi e Achille Lauro (c’è da dire che Brunori, il quale faceva parte della top 5 di martedì, ieri non ha canato). Sembra dunque che l’orientamento di quest’anno non vada sui ritmi allegri e veloci dell’anno scorso (d’altronde le canzoni rispecchiano le serate) ma la canzone vincitrice di questo Sanremo, salvo colpi di scena, si prepara ad essere una ballata lenta e/o romantica. Fa piacere vedere che i cantautori (Lucio Corsi, Cristicchi, Brunori) si stiano riprendendo “t tutt’ chell che è ’o nuost’” (citazione di Gomorra per i lettori meno esperti); dispiace non aver visto nemmeno una donna tra le top 5 perché di talentuose ce ne sono anche se con testi che forse non spiccano.

La serata è stata alternata tra la top-model Bianca Balti energica e grintosa, Malgioglio piacevolmente stravagante e l’imprevedibile Nino Frassica che ha condotto una serata a sé, tra battute riciclate e gag simpatiche. Diversi ospiti tra cui Damiano che ci ha regalato una bella reinterpretazione di Felicità di Luci Dalla e poi le due serie-tv targate rai e il nuovo film di Paolo Genovese. 

Un festival sobrio e demo-cristiano

Sicuramente il Festival sta cominciando a prendere piede, sta entrando sempre più nelle case degli italiani ma restando sempre sobrio e demo-cristiano; lo devo confessare ieri i miei occhi hanno ceduto per almeno 10 minuti, avrei desiderato in quel momento un Bugo che se ne andasse, un Gianni Morandi con la scopa, un Blanco con le rose (no effettivamente forse quello no) insomma un po’ di pepe non avrebbe guastato bevanda e invece il ritmo è stato quello tranquillo e sereno di una kermesse canora; bello, ma attenzione che questa calma non diventi piatta, siamo in bilico. 

Menzione speciale per la gara dei giovani rivoluta dal direttore artistico Carlo Conti e poi concentrata tutta in due giorni perché troppe persone in giro. Ci sembra che così facendo si sia creato l’effetto contrario, i Giovani ancora una volta sono tornati reietti di un festival fatto solo da big, e la gara di Sanremo Giovani un’appendice che ci dobbiamo tenere, peccato perché si poteva fare di più.

Amadeus, Carlo Conti, il commento, non solo una gara di canzoni, Sanremo 2025, stefano cortesiano

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