Modica, la CNA sul futuro del centro storico, incontro partecipato ma restano molti dubbi

Le premesse c’erano tutte per far sì che l’incontro che si è tenuto ieri alla Cna di Modica, durato circa tre ore, per confrontarsi con l’amministrazione su alcune problematiche che ormai da tempo interessano il centro storico, in primis la questione “ordine pubblico”, potesse essere fruttuoso.

Quando diciamo che le premesse c’erano intendiamo che l’incontro è stato molto partecipato ma le risposte del sindaco Monisteri presente insieme agli assessori al turismo Tino Antoci e Saro Viola alle Società partecipate, ci sono apparse poco incisive rispetto alla reale situazione che vive il centro storico in questo ultimo periodo.

Quello che manca, forse, è una visione dello sviluppo futuro della città senza la quale non sarà possibile realizzare quel piano strategico, proposto dalla CNA e ribadito anche da alcuni commercianti come Pierpaolo Ruta dell’Antica Dolceria Bonajuto una delle attività storiche che resiste ancora oggi.

“Serve una volta per tutte-dichiara Ruta-un piano strategico per il centro storico. Credo che ci siano tutta una serie di fattori che influiscono sulle problematiche che stiamo vivendo. Siamo un po’ come quella macchina che viene abbandonata e che appena si rompe il primo vetro poi cade a pezzi. Credo che ci voglia una strategia che coinvolga anche i residenti che sono andati negli anni via del centro, negozi di prossimità e soprattutto un piano che non renda il centro storico una Disneyland fine a se stessa”

Insomma bisogna restituire alla città il suo salotto buono, ma ripensato alla luce dei cambiamenti della società che non possono essere certo ignorati. Ma per farlo bisogna studiare, informarsi, confrontarsi, anche copiare da altre realtà che hanno già messo in atto questi processi di trasformazione. Bisogna affrontare le tematiche non singolarmente ma in una visione complessiva perché come emerso anche ieri sera ogni problematica è legata ad un’altra.

Partiamo ad esempio proprio dalla questione dell’ordine pubblico e della necessità di un presidio costante delle forze dell’ordine che funga da deterrente. In particolare è stato chiesto alla prima cittadina di valutare la possibilità di richiedere la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza a Modica così da garantire un segnale alla comunità, ferma restando la necessità di potere contare su un numero maggiore di pattuglie. 

Nessuno però ha chiesto al sindaco “che fine hanno fatto i vigili urbani?” Perché questo è un tasto dolente ed è una delle conseguenze del dissesto di questa città che non può assumere personale e il primo deterrente per la criminalità in una città sono proprio gli uomini e le donne della polizia municipale.

Ma andiamo avanti perché il problema della criminalità è strettamente legato allo spopolamento di Corso Umberto dove ogni giorno si abbassa una saracinesca e dove insistono molte case sfitte.

Su questo punto è stata sollecitata una mappatura dei locali vuoti di proprietà del Comune cosicché gli stessi possano essere messi a disposizione dei giovani imprenditori. Il caro affitti è infatti certamente uno dei problemi che bisogna affrontare al più presto.

Tutte condizioni che scoraggiano i commercianti che pian piano abbandonano il centro storico o per trasferirsi altrove o perché costretti a chiudere definitivamente le proprie attività.

E questo come ha sottolineato il segretario Caccamo provoca il cosiddetto “dilemma del prigioniero” si innesca cioè un meccanismo non virtuoso che parte dal principio che se un attività chiude perché magari si trasferisce in un’altra zona allora lo faccio anche io e questo a catena crea lo svuotamento dei centri storici un fenomeno che ovviamente non interessa solo Modica.

E’ stata evidenziata anche la necessità di una maggiore informazione rispetto agli aspetti legati al turismo, all’utilizzo dei bus navetta, alla localizzazione dei parcheggi. Anche la gestione dei rifiuti diventa un problema se la raccolta viene effettuata in una fascia d’orario che rischia di intaccare il mondo della ristorazione.

E poi ancora la mobilità sostenibile in primo piano. Anche da questo punto di vista è stata denunciata scarsa informazione tra le imprese stesse. Si può fare qualcosa di più.

“L’obiettivo da questa sera in poi-ha dichiarato Caccamo-è una ripartenza dal punto di vista commerciale, turistico e artigianale della città che abbia un’idea complessiva di un fenomeno”

Ma l’amministrazione ha questa idea? Quali sono le strategie che intende attuare?

“Stiamo mettendo a bando tutti i locali comunali che si trovano lungo Corso Umberto. Ha detto rassicurando tutti Maria Monisteri. Proprio la prossima settimana chiuderemo i contratti con i locali che si trovano sotto Palazzo degli Studi e lo stesso faremo con i locali che si trovano al piano terra di Palazzo della Cultura. Perché è inutile pensare ad un centro storico come un salotto quando poi si transita e si trovano le saracinesche chiuse. Questa è una delle tante strategie che stiamo mettendo in atto per salvare il centro storico e poi avvieremo anche un confronto con i proprietari dei locali commerciali per poter calmierare i prezzi e dare a tutti la possibilità di poter affittare un locale in centro storico. Questa è una strategia di base perché è ovvio che più un luogo è vissuto e movimentato diminuiscono gli episodi a cui stiamo assistendo in questo periodo. Oltre a questo, alla presenza della videosorveglianza stiamo lavorando per illuminare alcune zone, – ha proseguito il primo cittadino – quelle buie definite le zone di spaccio, insomma più c’è movimento meno si verificano episodi che non hanno niente a che fare con la storia, la natura e la società modicana.” 
Basterà tutto questo?

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