Modica, il dissesto passa con 12 favorevoli. Fra gli abbatiani 4 astenuti e 8 lasciano l’aula

Sancita la spaccatura tra Abbate e la sindaca Monisteri che con orgoglio si è assunta la responsabilità degli atti
Con 12 voti favorevoli e 4 astenuti il consiglio comunale di Modica ha approvato il dissesto. Fuori dall’aula gli abbattiani Nigro, Frasca, Franzo’, Giurdanella, Caruso, Floridia, Giannone, Covato. Restano per non far cadere il numero legale Ruffino, Scapellato, Alecci e Piero Covato.

Al termine della votazione dove si è palesata la ormai nota frattura fra le parti il sindaco ha definito il gesto dei consiglieri, sia di quelli astenuti che di quelli che hanno abbandonato l’aula, un gesto di “viltà”
Ma andiamo per ordine e cominciamo dall’inizio.
Un clima teso e un’aula piena di gente sono stati i presupposti con cui ha preso il via la seduta del consiglio comunale di Modica riunitasi oggi per votare il dissesto (tra l’altro per la prima volta trasmessa in diretta straeming).
La tensione fra le parti è palese e la maggioranza inizia subito a perdere i suoi pezzi. Il consigliere Civello seduto dalla parte dell’opposizione comunica la sua decisione di lasciare il gruppo a cui apparteneva la Democrazia Cristiana per dichiararsi indipendente.

Successivamente, a rendere il clima ancora più rovente ci si mette la consigliera Ivana Castello che chiede che gli atti della seduta vengano trasmessi alla Procura della Repubblica.
Poi è il momento del sindaco Maria Monisteri che con il suo intervento prova a stemperare gli animi e parla di “responsabilità” continuando a raccontare la versione che il dissesto in fondo non è una cosa così negativa per la città paragonandolo al fallimento di un’azienda che a naso non ci sembra una bella cosa, e invita ad approvare il dissesto perché altrimenti verranno bloccati i servizi essenziali.

Lo stesso provano a fare gli altri consiglieri che seguono, Borrometi e Cascino. Anche nei loro interventi non si parla mai in maniera diretta del dissesto ma si continua nel clima del “volemose bene” in cui si tende a difendere la sindaca e di errori del passato, ma senza nominare il vero colpevole. Ci pensa a farlo la Castello la quale puntualizza che non si tratta di nessun errore (rivolgendosi alla Cascino) ma di colpe.

“Se per voi è il caso di fare finta di niente per me non lo è” E continua senza mezzi termini a sparare a zero sottolineando che chi ha compiuto questo errore ha un nome e un cognome Ignazio Abbate e la collettività paga a causa sua. La Castello riassume in breve quanto accaduto dall’insediamento di Abbate ad oggi. E poi conclude dicendo “Abbiamo un onorevole ed una città in dissesto che ce ne facciamo?”
A riportare gli interventi su un piano più tecnico è il consigliere Aurnia che però ha concluso con una frase “La verità è l’arma più forte che abbiamo e che esce sempre fuori”‘ ribadendo il proprio sostegno al sindaco.
Successivamente, è stata la dirigente Di Martino ad illustrare l’iter che ha portato al dissesto.

Il consigliere Spadaro ha poi ricordato come l’opposizione da dieci anni lanciava l’allarme dissesto ma tutto sembrava andare liscio e venivamo derisi. Non solo il 7 maggio del 2022 quando il sindaco Abbate si dimette dice che non ci sono debiti e che “chi amministrerà la città dopo di me lo potrà fare in scioltezza” Spadaro ricorda i numerosi debiti fuori bilancio che vengono fuori come i funghi ogni giorno e poi auspica che si possa davvero mettere un punto e ripartire ma in maniera seria e trasparente.

L’intervento della consigliera Frasca mette finalmente a nudo la spaccatura tra il gruppo di Abbate e la sindaca. L’intervento è un puro attacco contro la sindaca accusata di aver messo all’angolo il consiglio, di averlo considerato un inutile orpello.

Dall’intervento della Frasca è chiaro l’intento di scaricare la responsabilità sulla sindaca che visibilmente agitata ha risposto “Dopo averla ascoltata mi rendo conto di aver avviato la procedura di dissesto in solitaria. Non ho mai rinnegato il mio ruolo di assessore nell’amministrazione precedente e sono pronta a prendermi le mie responsabilità. Non rinnego nulla. Tutti gli atti che ho io ce li avete voi. Non ho tenuto nascosto niente. Quello che ho avvertito è che mi è stato imputato un senso di colpa.”
Anche la Consigliera Spadaro risponde alle accuse della Frasca definendo “ridicolo” il suo intervento e difende al contrario l’operato della sindaca. Il consigliere Armenia nel suo intervento finalmente, fra le tante cose, dice ciò che ci aspettava di sentire almeno da una parte dei consiglieri seduti fra la maggioranza, senza fare il nome di Abbate che aleggia in quest’aula come un fantasma: Armenia sottolinea che forse più che mai stasera l’on Abbate sarebbe dovuto essere in aula “anche senza bussare” come ha fatto quando è entrato nella stanza della sindaca senza la sua presenza.

Il consigliere Paolo Nigro nel suo lungo intervento ha spalleggiato con grande acrobazie dialettiche la collega Frasca ribadendo in maniera nemmeno tanto sottile la responsabilità della sindaca che avrebbe potuto molto tempo prima affrontare la situazione evitando di arrivare oggi al dissesto. E criticando duramente il fatto che sono stati indotti a votare atti con la rassicurazione che si potevano votare e che sarebbero stati propedeutici a portare in aula i bilanci.
Sono state dette tante cose, ma alla fine il risultato è quello che conta e conta anche come si è raggiunto con la responsabilità di chi ha votato e quella di chi invece ha scelto di non farlo.
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