Ispica, una “Zona Grigia” di intreccio tra mafia e affari. L’intervento di Sinistra Italiana

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di Sinistra Italiana Ragusa non solo per la solidarietà mostrata nei confronti del nostro giornale ma perché riteniamo che sia utile per il dibattito che in questi giorni fortunatamente è stato avviato su un tema delicato ma che non può più essere ignorato anche nel nostro territorio ovvero l’intreccio tra mafia e affari.

Il comunicato di Sinistra Italiana Ragusa

Dal Luglio 2024, da piu sei mesi, sono arrivate a Ispica le risultanze di provvedimenti della Magistratura che chiariscono in modo inequivocabile infiltrazioni dei clan di Cosa nostra nel tessuto economico e produttivo locale, tanto da indurre le reti antimafia come Libera a porre seri allarmi a riguardo all’attenzione della collettività.
Salvo rare singole eccezioni, incredibilmente tutto tace: tacciono anzitutto le forze politiche, troppo impegnate a pensare che la questione della permeabilità del territorio alle organizzazioni criminali sia roba da professionisti dell’antimafia e non un’urgenza concreta e reale anche a est della provincia di Ragusa tutt’altro che “Babba”, a quanto emerge dai provvedimenti presi dal Tribunale di Catania, specie se si tratta dell’intreccio tra mafia e affari.

Noi di Sinistra italiana, sull’esempio di Pio La Torre, di Pippo Fava, di Peppino Impastato ma anche di Chinnici, Terranova, dalla Chiesa, Falcone e tanti altri, pensiamo invece che le “zone grigie”, quelle della mancata chiara distanza con gli interessi convergenti delle mafie siano non solo un problema sociale ma un vero problema politico: una questione “politica” cioè dell’intera comunità, soprattutto quando magari per il quieto vivere di tutti, il problema non è rappresentato dalle infiltrazioni delle consorterie criminali (acclarate , ripetiamo, nel territorio da Magistratura e Forze dell’Ordine), il problema invece diventa chi ne racconta, come i giornalisti che si vorrebbe mettere a tacere, vedi il caso della Dott.ssa Mariacarmela Torchi de Il Domani Ibleo o il caso degli attivisti di reti come Libera Contro le Mafie, come nei recenti attacchi (di basso profilo) al Dott. Vittorio Avveduto, che di Libera contro le mafie ne è uno dei coordinatori regionali.

Le reti della società civile da decenni cercano di far capire come la questione della criminalità nell’economia è una delle prime cause del mancato sviluppo della nostra terra “bellissima e disgraziata”, come amava dire Paolo Borsellino.


Abbiamo già visto nei mesi scorsi macchine bruciate (vecchio stile) agli attivisti di Legambiente, aziende commissariate per Caporalato proprio a Ispica, assessori sotto minaccia che si dimettono in silenzio senza che questo desti allarme alcuno.


Per non trovarci quindi dalla parte degli indifferenti di cui parlava Borsellino, e quindi di chi anche indirettamente e magari in buona fede consolida le posizioni di dominio nei contesti in cui le consorterie criminali cercano di infiltrarsi, facciamo appello a tutte le Istituzioni pubbliche, alla Scuola e alla Cultura, ma anche a tutte le forze politiche, sociali, sindacali che nella loro storia hanno luminose testimonianze come quella di Pacido Rizzotto (sindacalista ucciso dalla mafia, ndr), affinché si metta al centro con urgenza la questione della Legalità citata nel nostro appello a Ispica e (non solo) nell’est ibleo per una Sicilia che abbia ancora un sussulto di dignità e di riscatto, soprattutto per quelle giovani generazioni a cui non va negato il sogno di un modo pulito libero da “zone grigie” e da pratiche o dinamiche che in qualsiasi maniera agevolino la criminalità”

Abbiamo già visto nei mesi scorsi macchine bruciate (vecchio stile) agli attivisti di Legambiente, aziende commissariate per Caporalato proprio a Ispica, assessori sotto minaccia che si dimettono in silenzio senza che questo desti allarme alcuno.
Per non trovarci quindi dalla parte degli indifferenti di cui parlava Borsellino, e quindi di chi anche indirettamente e magari in buona fede consolida le posizioni di dominio nei contesti in cui le consorterie criminali cercano di infiltrarsi, facciamo appello a tutte le Istituzioni pubbliche, alla Scuola e alla Cultura, ma anche a tutte le forze politiche, sociali, sindacali che nella loro storia hanno luminose testimonianze come quella di Pacido Rizzotto (sindacalista ucciso dalla mafia, ndr), affinché si metta al centro con urgenza la questione della Legalità citata nel nostro appello a Ispica e (non solo) nell’est ibleo per una Sicilia che abbia ancora un sussulto di dignità e di riscatto, soprattutto per quelle giovani generazioni a cui non va negato il sogno di un modo pulito libero da “zone grigie” e da pratiche o dinamiche che in qualsiasi maniera agevolino la criminalità”

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