A Modica chiudono i ristoranti “gourmet”, per Gambero Rosso è una maledizione

Il famoso mensile Gambero Rosso si è occupato della chiusura dei due ristoranti a Modica e ha dato la colpa ad una sorta di “maledizione” ma forse sarebbe meglio parlare di un turismo mordi e fuggi che preferisce non mordere il cibo stellato
In questi giorni ha fatto molto discutere la notizia della chiusura a Modica del ristorante stellato di Accursio Capraro e della Locanda del Colonello le cui strade sembrano tornare ad incrociarsi in questo triste epilogo.Ricordiamo infatti che Accursio nel 2005 diede vita alla Gazza Ladra sita proprio negli attuali locali della Locanda a Modica Alta.
Anche Gambero Rosso dedica un ampio articolo a questa vicenda e parla di una “maledizione di Modica” definendola una sorta di corrosivo inquietante bug, il male oscuro della magnifica città, una sorta di elemento fantasmatico che sembra avere in uggia, qui, il ristorante gourmet di fascia elevata.
Noi non crediamo alle maledizioni crediamo piuttosto alle cattive amministrazioni quelle si, perché sono proprio le amministrazioni “distratte” a far morire le città, i centri storici e di conseguenza le attività che in essi sorgono.
Da molti anni ormai Modica è meta di un turismo mordi e fuggi, un turismo in cui i gruppi arrivano vedono velocemente una parte della città, acquistano il cioccolato e vanno via per continuare il tour che li porterà a vedere velocemente altre città della provincia.
Capite che in questo modo è difficile vivere la città e di conseguenza anche soffermarsi in un ristorante che merita una sosta più lunga, un diverso modo di concepire il cibo che diventa non solo un pasto da consumare ma una metafora per raccontare l’identità e il patrimonio di un territorio.
Ma non c’è tempo per fare questo e se non c’è tempo per fermarsi a Modica Bassa, nel cuore del centro storico della città, figuriamoci se c’è tempo di visitare Modica Alta!
“Ci hanno abbandonato” ci dicono i ragazzi della Locanda del Colonello e in questa dichiarazione c’è tutto il senso di ciò che sta accadendo. Così come nelle parole che hanno scritto sulla loro pagina social per comunicare la chiusura:
“Noi ci abbiamo provato in tutti i modi a costruire ponti dove altri alzano muri.
Abbiamo quotidianamente proposto per anni una visione ampia, e non ristretta, di quello che significa fare impresa in modo alternativo, fuori dagli schemi e dinamico, per svecchiare e smuovere una cultura del cibo ormai troppo abusata dai soliti cliché gastronomici. Siamo veramente stra-orgogliosi del lavoro svolto in questi anni, delle soddisfazioni e dei riconoscimenti significativi ottenuti a livello nazionale e internazionale. Purtroppo però non siamo riusciti a risvegliare da un sonno profondo Modica Alta, sedata da un turismo mordi e fuggi, e da amministrazioni miopi che stanno lentamente soffocando le attività sul territorio e, di conseguenza, la vita di chi abita quotidianamente questo luogo, obbligandoci a rivedere i nostri piani d’impresa”
Parole che non lasciano alcun dubbio sulle responsabilità di questa e di altre chiusure. Perche Modica in questo ultimo periodo ha perso nel centro storico anche un’altra importante attività che è quella del Caffè dell’Arte che ha scelto di trasferirsi alla Sorda lasciando un ulteriore vuoto nel salotto buono della città ormai totalmente abbandonato a se stesso e diventato luogo di bivacco di gruppi di ragazzi che sfasciano tutto. Per non contare, poi, le chiusure delle attività commercisli lungo Corso Umberto, salotto buono della città.
E questo perché ormai da tempo non si ha una visione sul futuro del turismo di questa città che punta più sulla quantità che sulla qualità. E non avere una visione significa non consentire alla città di crescere, di garantire lo sviluppo delle attività economiche, di dare certezze a chi vuole investire.
Il ristorante stellato o che comunque fa un tipo di cucina ricercata dovrebbe attirare un tipo di visitatore che, come dice Davide Rampello, dovrebbe venire a Modica “come ospite non come turista”.
Modica non ha bisogno dei bus turistici che invadono la città, senza realmente visitarla, ma ha bisogno di visitatori che hanno tempo, che hanno curiosità, che hanno il desiderio di conoscerla realmente, nel suo profondo.
Quindi a provocare la chiusura di queste attività non è stata nessuna maledizione almeno che non sia una maledizione aver fatto scelte sbagliatere che hanno determinato il demarketing del turismo e ora tutti ne pagano le conseguenze.
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