Torneranno a nuova vita i teleri della Chiesa del Carmine di Modica. Delle preziose opere d’arte risalenti alla fine del ‘700 un tempo utilizzate per la catechesi quaresimale dei fedeli.

Queste tele ritrovate quasi per caso, erano piegate all’interno di uno scatolone in un magazzino. Lo scorso 4 gennaio sono stati consegnati i lavori alla presenza del parroco don Antonio Sparacino.

Tele raffiguranti le scene della Passione

I teleri rappresentano un patrimonio unico della città di Modica e consistono in un ciclo di tele raffiguranti scene della passione riferibili al XVIII secolo. Apparati liturgici in tessuto che venivano utilizzati presso la chiesa del Carmine per coprire gli altari laterali realizzando così una catechesi ad immagini nel tempo della quaresima.

A seguito della scoperta è stato costituito un comitato composto dai parroci, da membri della parrocchia, studiosi, ricercatori, appassionati di arte sacra, associazioni culturali che ha promosso lo studio, la ricerca, la promozione nonché il restauro dei Teleri quaresimali attraverso iniziative culturali e la pubblicazione di un volume edito da Edizioni Caracol e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo Dipartimento Architettura.

Un ciclo di opere unico nel sud Italia

I teleri si presentano ad oggi come un ciclo di opere unico nel meridione d’Italia e che grazie a questo restauro potranno tornare ad essere fruibili ai fedeli e ai numerosi visitatori delle chiese di Modica. L’intervento, promosso dalla soprintendenza dei beni culturali di Ragusa grazie all’intervento dell’On. Ignazio Abbate presso la Regione Siciliana, sarà realizzato dalla Dott.ssa Gaetana Ascenzo in coordino con la soprintendenza stessa e l’Ufficio beni culturali della Diocesi di Noto.

Lo stato di conservazione è diverso, alcune sono più rovinate altre più integre. Secondo il cronoprogramma dei lavori i teleri potrebbero essere già pronti all’inizio dell’estate così da poterle esporre alla fruizione di tutti.

L’importo totale del restauro sarà di 58.000 euro che la Sovrintendenza iblea ha ottenuto dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali e dell’Indennità siciliana.