A Ragusa solo 14 anestesisti rispetto ai 29 previsti: denunciate condizioni di lavoro insostenibili

Più volte ci siamo occupati sulle colonne del Il Domani Ibleo della precaria situazione riguardante i servizi di anestesia e rianimazione nel sistema sanitario pubblico a Ragusa. Spesso abbiamo raccolto le denunce fatte sull’argomento, dal Comitato Civico articolo 32 che ha evidenziato livelli allarmanti.

Il Comitato ha messo in luce il fatto che si è scelto di privilegiare anomali rapporti di collaborazione con soggetti esterni. Medici provenienti da Catania definiti “gettonisti” o “escursionisti” (1.440 euro per due turni di sei ore più il rimborso chilometrico, ristorante e pernottamento). 

Purtroppo nonostante i costi esorbitanti per la finanza pubblica, questi provvedimenti non rappresentano una soluzione. Questi medici infatti sono presenti esclusivamente in sala operatoria, vale a dire che non seguono i pazienti in reparto e non hanno alcun rapporto di subordinazione organizzativa ai vertici sanitari. In sostanza tutta l’attività, comprese le emergenze, ricade sull’esiguo numero dei medici interni.   

Questa situazione oltre che provocare, come di recente, dimissioni a catena mette in gravi difficoltà i medici interni fino a provocare severe contrapposizioni nei confronti dei vertici aziendali. A tal proposito l’associazione è venuta a conoscenza della protesta di sette anestesisti rianimatori che, tramite uno studio legale di Catania hanno presentato una diffida nella quale denunciano condizioni di lavoro insostenibili.

L’esposto è stato inviato per conoscenza anche all’assessorato regionale alla salute e all’ispettorato del lavoro. La situazione denunciata è allarmante ed evidenzia come a Ragusa ci siano solo 14 medici rispetto ai 29 previsti per questa delicata, quanto fondamentale funzione. A Vittoria addirittura i medici anestesisti sarebbero 7 su 17.

In questa situazione i medici sono costretti a dover fare la spola tra Ragusa e Vittoria per intervenire nelle situazioni di emergenza-urgenza e coprire i turni di guardia nelle 24 ore 7 giorni su 7.  Una condizione di stress che inevitabilmente, denuncia ancora il Comitato Civico Art. 32 innalza in maniera preoccupante il livello del rischio clinico e della qualità delle prestazioni.

  

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

   

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