Il sindaco di Ragusa Cassì risponde al consigliere Mauro su Srr e Iblea Acque e rilancia le accuse
“Da inizio mandato Mauro invoca l’intervento della Magistratura e manda esposti alle varie Procure, ma senza esito. Viene da pensare che le prese di posizione legali dell’esuberante consigliere siano poco centrate. Un modo per fare parlare di sé insinuando dubbi che si respingono al mittente da soli”.
Così il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, risponde agli interventi del consigliere Mauro che più volte ha denunciato presunti secondi fini ed affarismo.
“A proposito della Srr, – dichiara Cassì – ho assunto l’incarico di presidente del Cda, carica non retribuita, per scelta dei colleghi sindaci della provincia (non mi sono autonominato) e previo parere di compatibilità dell’avvocato del Libero consorzio di Ragusa.
I dubbi di incompatibilità di Mauro si riferiscono ad una possibile “posizione dominante” del sindaco del Comune capoluogo, che semplicemente non sussiste avendo Ragusa una quota inferiore al 25%.
Lasciatemi aggiungere che trovo a dir poco surreale che una polemica del genere provenga da un consigliere di Ragusa, il quale dovrebbe essere lieto che la nostra città sia rappresentata al vertice della struttura che gestisce il sistema dei rifiuti di tutta la provincia.
Quella di Mauro è quindi una palese battaglia politica personale col sottoscritto, di cui prendo atto, ma che va a discapito della città e dei cittadini da cui è stato eletto.
Sulla posizione dell’unico dirigente della Srr, il dott. Fabio Ferreri, mi limito a far notare che nella lettera di assunzione dello stesso da parte di Ato Ragusa Ambiente del 5-1-2007 si fa espresso riferimento alla “qualifica di dirigente”.
Il personale di Ato è poi transitato nel 2017 in Srr e Ferreri ha continuato a svolgere le mansioni da dirigente. Con delibera del Cda Srr del settembre 2022 si è dato atto di ciò.
Passando invece alle raccomandazioni dei revisori dei conti sulla gestione Iblea Acque, confermo che il monitoraggio e le verifiche tecnico-contabili del Comune di Ragusa e del sottoscritto quale presidente del “Comitato sul controllo analogo” sono continue e che un piano di rientro del debito è in via di definizione. Confermo soprattutto che il modello di gestione “in house” del servizio idrico, che permette di continuare a gestire l’acqua come un bene pubblico, rimane quello preferito dai Sindaci della provincia a larghissima maggioranza, mentre Mauro, senza dirlo apertamente, è evidentemente a favore dell’unica altra possibilità prevista: l’ingresso di un socio privato.
Anche in questo caso, quindi, la battaglia di Mauro appare tutt’altro che interessata al bene pubblico ma plasmata da propri interessi politici”.
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