Marina di Modica e Maganuco: qui giacciono 1.500 stalli per ombrelloni figli del Covid

Quella pazza idea dell’ex sindaco di Modica costata 40mila euro. Una vergogna!

Una vergogna! Non ci sono altre parole per commentare la situazione facilmente visibile agli occhi di chi in questi giorni, approfittando del bel tempo, ha fatto una passeggiata sulle spiagge di Marina di Modica e Maganuco.

Un “camposanto” di stalli di cemento, alcuni sommersi ormai completamente dalla sabbia e altri purtroppo inghiottiti dal mare, affiorano qua e là dando un desolante quadro della situazione di abbandono e di incuria che regna sul territorio.

Disarmante, lasciatecelo dire, è anche il fatto che nessuno si ribelli a questo stato di cose.

Ricordiamo che gli stalli di cemento, 1.500 in tutto, furono acquistati nel 2020 dall’allora amministrazione Abbate, durante l’emergenza Covid, per garantire il distanziamento sociale. Costarono circa 40.000 euro, pagati con fondi destinati all’emergenza sanitaria, e furono posizionati 900 nella spiaggia di Marina di Modica e 600 in quella di Maganuco.

Gli stalli servivano a distanziare gli ombrelloni e, nonostante qualche critica da parte delle associazioni ambientaliste, ebbero il parere positivo di Sovrintendenza, Demanio e Capitaneria.

In questi anni non sono mancate polemiche e perfino qualche rissa per accaparrarseli nei giorni di calca estiva, ma alla fine a questi “accessori” i bagnanti si sono abituati e tutto ha funzionato regolarmente, con il ritiro a fine stagione e il riposizionamento ad inizio estate. Insomma quella che era stata una necessità in tempo di covid si era trasformata in comodità per i fruitori degli arenili modicani.

Tutto ha funzionato fino allo scorso settembre, quando gli stalli sono rimasti abbandonati sugli arenili con conseguenze facilmente immaginabili e prevedibili.


Gli stalli sono stati completamente sommersi dalla sabbia e sono diventati un pericolo per l’incolumità dei bagnanti. Impossibile fare una passeggiata sul bagnasciuga senza guardare dove si mettono i piedi, per evitare una frattura. E più avanti, quando ci si immergerà in acqua, hanno presente gli amministratori quali e quanti danni potrebbero essere chiamati a risarcire ai cittadini?

Dove sono gli amministratori responsabili di questo scempio? Che fine hanno fatto gli ambientalisti che si preoccupavano dell’impatto ambientale quando gli stalli erano ordinatamente posizionati sugli arenili e che adesso tacciono davanti agli stessi, inghiottiti dal mare e sommersi dalla sabbia?

Quanto costerà all’ente Comune recuperare, dove possibile, gli stalli che si sarebbero potuti ritirare a settembre senza problemi? Chi pagherà questa “distrazione”?

L’estate è alle porte e presto avremo tutte le risposte che la città attende, si spera…

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