Celebrata a Ragusa e a Noto la Messa Crismale. I presuli consegnano le proprie lettere pastorali

Celebrata questa mattina la Messa Crismale nelle Cattedrali di Ragusa e Noto. A presiedere le celebrazioni rispettivamente mons. Giuseppe La Placa e mons. Salvatore Rumeo.

Durante la celebrazione i due presuli hanno benedetto gli oli sacri dei Catecumeni, degli Infermi e del Crisma, che saranno utilizzati per la consacrazione dei vescovi, dei sacerdoti, dei battezzati e per benedire gli infermi e quanti si preparano a ricevere il battesimo.

Nel corso delle due celebrazioni i sacerdoti del clero ibleo e netino subito dopo l’omelia hanno rinnovato le loro promesse assunte nel giorno dell’ordinazione sacerdotale.

I tre oli santi benedetti

A Noto gli oli del Crisma, Catecumeni e Infermi sono frutto degli ulivi coltivati a nelle campagne netine, a questi è stato aggiunto l’olio donato dalla Diocesi di Locri e Gerace, e quello di Capaci donato dalle Questure di Ragusa e Siracusa. Inoltre, nel Sacro Crisma è stato aggiunto il Nardo proveniente da Gerusalemme

L’olio proveniente dall’uliveto di Capaci e donato dalla Polizia di Stato a tutte le Diocesi siciliane è un gesto carico di significato. L’ulivo coltivato in queste terre, unito al sangue dei martiri della giustizia, ravviva i sentimenti di speranza e fratellanza della nostra terra di Sicilia.

A Ragusa all’olio del Crisma oltre al Nardo è stato aggiunto l’olio coltivato a Capaci, un particolare la consegna dell’olio è stata effettuata da alcuni delegati del Questore, dr. Vincenzo Trombadore, accompagnati dal loro cappellano.

I delegati della Questura di Ragusa con il Vescovo La Placa – Foto di Salvo Bracchitta

Mons. Rumeo sottolinea l’importanza della comunione sacerdotale

Mons. Salvatore Rumeo, a Noto, nel corso dell’omelia si è concentrato sui diversi aspetti del sacerdozio in quanto sacramento e anche sul sacerdozio comune ad ogni battezzato.

“La Messa Crismale è unica – ha spiegato mons. Rumeo – perché manifesta l’intima comunione dei sacerdoti con il proprio vescovo. Questa comunione sacerdotale è quella che maggiormente deve starci a cuore, poiché si tratta della prima e più efficace forma di carità pastorale la quale non è un semplice mezzo in vista di una maggiore efficienza del nostro ministero”.

Un momento della celebrazione a Noto

Il vescovo di Noto ha inoltre ricordato di raggiungere in quanto sacerdoti le periferie e il cuore della gente, parafrasando le parole di Papa Francesco. Nel corso dell’omelia il vescovo di Noto è tornato sull’importanza di essere portatori della gioia e della misericordia di Dio. “Ogni cristiano – ha aggiunto il vescovo Rumeo – è un Cristoforo in forza della grazia battesimale e della vita di fede alimentata dall’Eucarestia, dalla preghiera e dalla carità fraterna”.

Inoltre, mons. Salvatore Rumeo nella sua omelia ha ripercorso diverse tappe passate della vita diocesana, presentando anche le prossime. In particolare il prossimo 5 maggio la chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di Nino Baglieri e il 15 maggio l’avvio ufficiale del 180mo di fondazione della Diocesi di Noto.

Mons. La Placa la Chiesa si arricchisce nel dialogo di tutti i carismi

Il Vescovo di Ragusa, in questa giornata dedicata in particolare ai sacerdoti, ha ricordato quanti celebrano un anniversario particolare. Nell’omelia ha sottolineato la celebrazione odierna “rende visibile l’unità nella molteplicità delle vocazioni nella nostra Chiesa diocesana e nel dialogo di tutti i carismi la nostra Chiesa si arricchisce”. 

Nel corso dell’omelia il Vescovo La Placa ha ricordato in particolare la missione del sacerdote, rivolgendosi in particolare al presbiterio ragusano a rendere grazie a Dio in modo perenne e a pregare affinché la “nostra esistenza diventi rappresentazione visibile della festa che non avrà fine”. 

Il vescovo ha voluto rendere grazie al Signore in particolare per don Emanuele Lacognata che celebra i suoi 60 anni di ordinazione e per don Marco Diara, don Luigi Diquattro, don Luca Tuttobene, don Santo Vitale che celebrano i 25 anni di sacerdozio, per i sacerdoti impegnati nelle missioni, per don Mario Modica e don Luca Roccaro e Giuseppe Cascone nuovi ministri dell’ordine presbiterale e diaconale, per i sacerdoti che si sono uniti alla nostra comunità diocesana, per la preghiera delle suore di clausura di Ragusa e Chiaramonte Gulfi, per i sacerdoti ammalati assistiti dalle suore del Sacro Cuore.

I presbiteri ragusani con il Vescovo La Placa – Foto di Salvo Bracchitta

La consegna delle lettere pastorali

A conclusione del pontificale sia la Chiesa di Ragusa che quella di Noto hanno ricevuto dai loro vescovi una lettera pastorale.

Mons. Giuseppe La Placa ha consegnato ai fedeli ragusani la sua terza lettera pastorale dal titolo Eucharistómen. È indirizzata principalmente ai presbiteri e fa seguito alle lettere pastorali “Che siano uno… a due a due” diffusa lo scorso 23 aprile, sempre in occasione della messa crismale, e “Un solo gregge un solo pastore” con la quale il 29 agosto dello scorso anno dava avvio alla visita pastorale. 

Il vescovo di Ragusa nella lettera torna a sollecitare la comunione presbiterale, scrive “che va sempre edificata, costantemente e continuamente”, il modello a cui deve ispirarsi è “la circolarità dell’amore trinitario, rispetto al Vescovo, in seno al presbiterio e nel servizio al popolo di Dio” evidenzia mons. La Placa.

Anche a Noto il vescovo Salvatore Rumeo ha consegnato a sacerdoti e ai fedeli della Diocesi la sua seconda lettera pastorale in occasione del 180mo della fondazione della Diocesi. La lettera intitolata In Gesù Cristo Buon Pastore pellegrini di speranza nel mondo  spiega le ragioni, lo stile e le modalità di attuazione delle celebrazioni in occasione di quest’anno giubilare.

Questo messaggio giunge “in un momento particolare della vita della Chiesa universale che si appresta a vivere il Giubileo “Pellegrini di speranza” e della Chiesa retina chiamata, nel territorio in cui vive a testimoniare il Vangelo” scrive nell’introduzione mons. Rumeo.

Inoltre, mons. Salvatore Rumeo ha ricordato anche che a conclusione del sinodo ci si preparerà a indicare gli orientamenti pastorali diocesani oltre a predisporre gli animi e i cuori alla prima visita pastorale del Vescovo.

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