Commemorate ieri sera a Ragusa le vittime del “Terremotu ranni” di 331 anni fa

A distanza di più di tre secoli dal terremoto disastroso del 1693, ieri sera si è tenuta una commemorazione dinanzi al portale di San Giorgio e una fiaccolata per ricordare le vittime del sisma.

Una fiaccolata molto partecipata. Ragusa si è fermata per ricordare le vittime del devastante sisma del 1693 che colpì tutto il Val di Noto.

La città di Ragusa, anch’essa tra le più colpite del terremoto, per ricordare il tragico evento ha pensato a diverse iniziative organizzate dalla Chiesa di San Giorgio.

“Ci siamo uniti alla preghiera del santo cavaliere – è stato spiegato dal parroco, il sacerdote Pietro Floridia – e, insieme a lui, abbiamo adorato Gesù, il Figlio di Dio fatto Pane di Vita, e lo abbiamo invocato affinché in avvenire ci liberi da qualunque cataclisma, sia da quelli che scuotono le profondità della terra, sia da quelli che scuotono gli animi degli uomini, delle città, dei popoli e delle nazioni causando guerre e discordie di ogni genere”. 

Alla fiaccolata erano presenti i rappresentanti delle istituzioni e i cittadini hanno voluto commemorare le vittime del “terremotu ranni” dinanzi all’antico portale gotico di San Giorgio. 

Erano presenti il sindaco, Giuseppe Cassì, il presidente del Consiglio comunale, Fabrizio Ilardo, esponenti della Giunta municipale e del civico consesso oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine. 

Per l’occasione è stata inaugurata una vecchia lapide commemorativa della presenza del portale che risale ai primi anni dello scorso secolo e che, grazie all’impegno dell’assessore comunale ai Centri storici, Giovanni Gurrieri, è stata risistemata al suo posto, accanto al portale.

La lunga fiaccolata si è snodata dal portale sino al Duomo, su iniziativa dell’associazione storico culturale San Giorgio nata negli ultimi mesi. In Duomo c’è stato un momento di adorazione eucaristica, le litanie dei santi e il ringraziamento a Dio con il canto del Te deum. A seguire, la santa messa al termine della quale è stato reso omaggio al patrono San Giorgio che ha poi benedetto la città intera. Al termine, il simulacro del santo cavaliere è stato traslato nella sua cappella. 

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