Modica: “i morti non parlano, i vivi rimangono in silenzio”. Permangono le criticità al Cimitero

L’accorato appello di Piergiorgio Barone al sindaco per mettere in sicurezza l’edicola funeraria G. Di Vittorio

Cambiano le amministrazioni ma restano i soliti problemi, se poi consideriamo che a Modica più che di cambio si parla di continuità è il caso di dire che i problemi non solo restano ma con l’aggravante proprio della continuità.

Stiamo parlando dei problemi del cimitero, quello vecchio naturalmente, dove da ormai da dieci anni a questa parte chi ha i propri defunti tumulati presso l’edicola Funeraria G. Di Vittorio, transennata e inaccessibile, non può più portargli nemmeno un fiore.

Eppure di tanto in tanto si fanno operazioni di tumulo ed estumulo, come dimostrato da foto e video pubblicati su Facebook.

Chi autorizza queste operazioni? Ma questa, come dicevamo, è una storia vecchia e allora perché ve la stiamo raccontando di nuovo?

Perché, anche se ad oggi non è cambiato nulla, è giusto tenere i riflettori accessi su questa storia e supportare le proteste, anche quelle diventate ormai non un grido ma un sussurro, perché chi da anni lotta per ridare dignità ai propri cari defunti è stanco di gridare per non essere ascoltato.

Come Piergiorgio Barone che prova a tornare alla carica. Insieme a lui altre centinai di cittadini che da almeno 8 anni a questa parte sono impegnati a ridare dignità a ben quattromila defunti. “Tutti sanno lo stato di pericolosissimo degrado della struttura- spiega Piergiorgio Barone– ormai chiusa da anni ai parenti, e ciò non solo per questa “colombaia”, ma anche per altre, nate per coltivare gli interessi di qualche costruttore modicano, che intascati i soldi dai privati, è poi scomparso e la stessa cosa hanno fatto tutti le altre associazioni, cooperative e circoli, coi loro presidenti responsabili della gestione dei loculi. Abbiamo raccolto centinaia di firme, abbiamo compulsato l’ASL (che non ha mai risposto), il Genio Civile che ha obbligato il Sindaco a transennare il Viale San Massimo, il Prefetto che non ci ha mai dato, neanche come gesto di cortesia, alcun segno di risposta di ricevimento delle nostre missive e neanche di un suo possibile intervento. Tutti sordi, “morti” come le salme inumate nella Di Vittorio.

Il silenzio più vergognoso, comunque- sottolinea Barone- è stato quello di Ignazio Abbate, che pur denominato per ben nove anni “primo cittadino” di Modica, moralmente e concretamente si è dimostrato essere l’ultimo dei cittadini, perché nulla ha fatto, nulla ha detto. Si è rifiutato di incontrare singoli e gruppi, non ha risposto alle nostre lettere raccomandate, neanche lui per una forma di doverosa cortesia verso i suoi cittadini e i parenti dei deceduti. Anzi, obbligato dal genio Civile di Ragusa a transennare, per pericolo alla pubblica incolumità, il Viale San Massimo, ha poi ceduto alle pressioni di chi doveva portare un fiore alle tombe dell’altro lato della Di Vittorio. Quindi, ha diviso il viale in due “corsie”, con la possibilità di transitare da un lato, come se la struttura cedendo potesse non colpire, coi suoi 15 metri di altezza, le persone che potrebbero trovarsi a meno di due metri dalla perpendicolare.

Dunque, l’ex “primo cittadino” Abbate, che oggi vanta il titolo di “onorevole”, si è tenuto lontano dal dare dignità a quattromila morti; ha snobbato il bisogno di onorare questi morti ad almeno diecimila parenti. Non ha dato la possibilità, a chi deceduto, di fruire di centinaia di loculi comprati anni prima, favorendo così il business della Società del Servizi Cimiteriali che gestisce il Cimitero nuovo.

Siamo stati ricevuti “pro bono pacis” dalla Commissaria Straordinaria d.ssa Ficano, che, a mente fredda, dopo un incontro con un gruppo di parenti nella primavera scorsa, ha “mistificato” il problema, proponendo una soluzione “straordinaria”: costituire una nuova Associazione cooperativa per la gestione ordinaria e straordinaria dei loculi. Avevamo creduto in ciò ed avevamo raccolto anche alcune centinaia di firme. Ma capisco che non si può giungere ad alcun risultato, anche perché – e qui per un altro vergognoso silenzio e una mancata collaborazione – l’ex responsabile alla Cooperativa Funeraria Di Vittorio, Vincenzo Roccasalva, si è categoricamente ed inspiegabilmente rifiutato di fornire i libri con i nomi degli aventi diritto ai loculi. E lo ha fatto con il silenzio anche lui e con scuse pretestuose del deposito di questi elenchi presso la Guardia di Finanza”.

Dopo aver fatto un breve excursus della storia Barone si rivolge adesso all’attuale sindaco Maria Monisteri e all’assessore di competenza Saro Viola

Voi conoscete perfettamente il problema per essere stati attivi coprotagonisti della scorsa amministrazione, e, a meno che io non abbia prestato la dovuta attenzione, credo che entrambi, nonostante siano passati i fatidici “100 giorni” dall’insediamento, non avete speso una sola parola al riguardo. Desiderate un crollo dei loculi come a Poggioreale, a Camogli, Sant’Agata de’ Goti? Desiderate davvero un ludibrio del genere per la città di Modica? Se la Cooperativa non esiste più e i proprietari dei loculi, gli occupanti e i loro familiari vantano ancora il “Diritto di Superficie” per 99 anni, possibile che il Comune non debba intervenire?

Noi riteniamo scontata e pacifica l’interpretazione giurisprudenziale dell’art. 63 del D.P.R. n. 285/1990, nel senso che,  per le sepolture abbandonate e che versino in stato di degrado, sia obbligo del Comune di segnalare tale situazione di pericolo al concessionario e, in caso di irreperibilità o inadempimento di questi (così come accade per la cooperativa sociale Di Vittorio da tempo estinta), procedere alla pronunzia di decadenza della concessione per inadempienza, all’esecuzione dei lavori in danno e, successivamente, all’acquisizione d’imperio al patrimonio dell’ente delle tombe abbandonate e all’addebito pro quota del costo dei lavori di manutenzione e messa in sicurezza agli eredi dei defunti sepolti in loculi non abbandonati.

Dunque, Signora Sindaca Monisteri- conclude Piergiorgio Barone- ancora una volta mi appello alla sua sensibilità di cittadina, di donna, di Sindaca chiedendoLe, collaborata dall’Assessore al ramo, di  voler adottare i necessari provvedimenti per l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della sopra indicata edicola sociale realizzata dal Circolo Di Vittorio nel Viale S. Massimo sì da consentirne la fruizione ai parenti  dei defunti in essa sepolti che ritengono di avere diritto di onorare i loro cari. In ciò reiterando richieste sottoscritte da centinaia di persone sin dal 2017, oltre che da cinquemila firma raccolte attraverso la organizzazione digitale change.org. Lo stato di degrado di questa edicola sociale costituisce indiscutibilmente pericolo per la pubblica incolumità, atteso l’ammaloramento, sempre più vistoso, della struttura che, peraltro, potrebbe rovinare sul viale transitato dalle tante persone che lo percorrono,  assumendovene in toto ogni responsabilità civile e morale, per raggiungere i loculi di altre edicole sociali dove sono sepolti i loro cari

Sulla questione è intervenuto anche Vito D’Antona di Sinistra Italiana  “La complessa situazione dovuta alla proprietà dei loculi– dichiara D’Antona- ma anche la possibilità che, in assenza di interventi del privato, il Comune possa intervenire per eliminare il pericolo, rivalendosi sui proprietari, è stata diverse volte oggetto di discussione in qualche incontro, ma senza, ad oggi, alcun esito. Nel frattempo, la mancanza in tutti questi anni di interventi di consolidamento e di manutenzione rende sempre più grave lo stato di degrado degli edifici, determina un evidente pericolo per la incolumità pubblica e per quanti transitano nelle vicinanze degli edifici transennati.  Riteniamo che non c’è più tempo da perdere e che bisogna ripristinare la piena fruibilità del cimitero. Proponiamo- conclude il rappresentante di Sinistra Italiana– che l’Amministrazione Comunale istituisca urgentemente un tavolo tecnico per l’approfondimento del complesso problema, si individui una via di uscita e si avviino le opportune prime azioni.”    

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