‘A Livella (Totò)

Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll’addafàchestacrianza;
ognuno adda tené chistupenziero.
Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch’io ci vado, e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo ’e zi’ Vicenza.

Anche quest’anno, come purtroppo da molto tempo, permane il transennamento e l’inacessibilità di una parte del Cimitero di Modica. Ci siamo ormai abituati ai ritardi ed ai rinvii su quello che potrebbe (e dovrebbe) essere normale intervento.

La lunga attesa per una opportuna soluzione riporta alla amara considerazione che se per i “vivi” manca un rispetto si può tranquillamente utilizzare il non rispetto anche per i morti. E questo “non rispetto” riguarda anche l’uso improprio dell’accesso al Cimitero con le auto.

Regolarmente autorizzate e regolarmente con il diritto di avere il pass di entrata.

Stona molto vedere auto in accesso con un solo/a passeggero/a (in ottima forma fisica), che sfrecciano all’interno del cimitero.

Alcuni non ci risparmiano nemmeno l’ascolto della radio ad un volume non proprio consono ai luoghi dove si trovano. Tralascio gli esempi di utilizzo improprio (seppur legittimamente, e doverosamente autorizzato): basta frequentare il luogo per avere visione dell’eccesso all’accesso.

Quello che dovrebbe essere un luogo di silenzio, di rispetto e di meditazione in alcuni momenti del giorno, e tutti i giorni della settimana, diventa tutt’altro. Forse sarebbe bene utilizzare le “bande sonore” anche al Cimitero, per far ricordare a qualcuno che a tutto c’è un limite.

Perciò, stamme a ssenti’…nunfa’’orestivo,
suppuorteme vicino-che te ’mporta?
Sti ppagliacciate ’e ffannosulo ’e vive:
nujesimmo serie… appartenimmo à morte!”

Salvatore Modica