PNRR: il Governo prevede tagli per oltre 80 milioni in provincia di Ragusa, cosa fa la politica?

La rimodulazione dei programmi del PNRR da parte del Governo Meloni si accanisce ancora una volta contro il sud. I tagli effettuati su alcune missioni strategiche, in provincia di Ragusa ammontano a 80 milioni e 220 mila euro.

Per quanto attiene la Regione Sicilia la rimodulazione farà venire meno risorse per circa € 1,5 miliardi.

Tra le misure eliminate, figurano fondi per le “piccole opere” dei Comuni, rigenerazione urbana, riduzione del rischio idrogeologico, utilizzo dell’idrogeno per la decarbonizzazione, infrastrutture sociali, impianti innovativi, valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e verde urbano.

“La rimodulazione che si appresta a fare l’esecutivo, commenta Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, prevede uno spostamento di risorse da alcune missioni verso altre con un drastico taglio alle missioni dove sono previsti interventi di politiche sociali e di coesione.

Questi tagli ricadranno principalmente sulla infrastrutture sociali, a partire da alcuni interventi previsti in sanità ed in particolare per il rafforzamento della medicina territoriale.

Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; in totale 300 milioni di euro in meno che potevano essere utilizzati per rendere concretamente effettivo e l’utilizzo di beni attrverso la loro destinazione verso lo sviluppo di attività di impresa sociale rivolta all’occupazione di giovani e donne nel sud.

E mentre molti Comuni sembrano subire questi annunciati tagli in silenzio, in queste ore si registra l’intervento preoccupato del sindaco di Ragusa Cassì che chiede maggiore attenzione da parte di tutte le forze politiche.

“Il dibattito politico cittadino sembra non interessarsi della questione, eppure credo meriterebbe grande attenzione da parte di tutti, a prescindere da ideologie e partiti, la scelta del Governo di riprogrammare parte dei finanziamenti del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Gli “Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni” (6 miliardi), gli “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale” (3,3 miliardi) e i “Piani urbani integrati” (2,5 miliardi) saranno rimodulati togliendo le relative risorse del Pnrr già assegnate ai Comuni, che hanno progetti avviati e opere in corso.

L’impegno del Governo di recuperare tutte le somme da altre fonti di finanziamento non è ancora sfociato in un provvedimento certo. E se il governo terrà fede alla promessa di utilizzare a tale scopo i fondi di coesione, già destinati agli enti locali, è chiaro che ai comuni verrebbero comunque a mancare risorse di cui sarebbero stati destinatari, e verrebbe attenuato l’impatto dell’afflusso delle risorse messe in campo dall’Unione Europea. Le Amministrazioni comunali hanno lavorato al massimo delle loro possibilità per non perdere le opportunità storiche del Piano straordinario di interventi post pandemici, e le città che come la nostra sono riuscite a rispettare tutte le scadenze imposte dai rigidi protocolli europei sono ora colte da un’improvvisa e immeritata incertezza.

A Ragusa, a titolo di esempio, la revisione riguarda gli interventi alla Vallata Santa Domenica, al Foro Boario, a Villa Moltisanti.

Questo inopinato cambio di rotta che richiede la massima attenzione anche della classe politica locale e della intera comunità”.

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