Degrado e presenze sospette nel quartiere S. Giovanni a Modica, Ruffino: “servono controlli”

C’è un problema sicurezza e ordine pubblico che sta preoccupando ormai da qualche settimana i residenti del quartiere San Giovanni a Modica Alta e a farsi portavoce di questa preoccupazione è il consigliere comunale Alessio Ruffino.

“Ben vengano iniziative culturali come quella di domenica scorsa che rivitalizzino e valorizzino tutti i quartieri storici di Modica, ma serve che non siano solo occasioni sporadiche e soprattutto che servano a puntare l’attenzione sulle problematiche e sulle necessità che i residenti di questi quartieri esprimono”.

Da qualche settimana proprio i residenti del quartiere di San Giovanni di Modica alta, mi hanno espresso una grande preoccupazione per lo stato di abbandono in cui versa quello che fu l’Istituto delle suore salesiane attiguo alla chiesa.

Ricordiamo infatti che l’Istituto fu prima chiuso con il trasferimento nel quartiere Sorda, delle suore che operavano per l’educazione giovanile e poi venduto ad un privato.
Per molto tempo rimase chiuso e in attesa dell’intervento che lo avrebbe visto trasformato in un residence. Effettivamente i lavori iniziarono ma a quanto pare non sono stati mai conclusi e tutt’ora non si vedono operai o maestranze.
Quello che preoccupa i residenti sono “movimenti strani” di ignoti che bivaccano nella zona, mentre evidenti si vedono i segni di effrazioni e di danneggiamenti che hanno interessato perfino il muro secolare che delimita la scalinata dove sono stati divelti dei blocchi di pietra calcarea.

Alcuni infissi dell’edificio sono stati scardinati e finestre rotte. Qui mi fermo, perché non è mio compito constatare cosa avvenga o possa avvenire all’interno dei locali, ma è doveroso porre l’attenzione sul tema della sicurezza e non solo prettamente strutturale ma anche sociale.
Chiedo pertanto a chi di competenza di verificare lo stato di abbandono e di invitare i proprietari a verificarne l’integrità.


Se vogliamo che il quartiere si rivitalizzi, abbiamo il dovere di occuparci di questi edifici che “fanno la città” in termini di decoro urbano e di attrazione alle attività che vogliamo possano iniziare ad operare nel quartiere, oltre a chi visita o vive questa zona in piena sicurezza che poi è quello per cui continuo a lavorare e ad impegnarmi da anni” conclude Ruffino.

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