I diritti dei lavoratori immigrati nel nome di Daouda: in piazza ad Acate, ma non tutti

Un corteo a sostegno dei diritti dei lavoratori immigrati nel nome di Daouda Diane. Si è svolta ieri sera ad Acate l’annunciata manifestazione indetta da USB e CUB di RAGUSA per i diritti dei lavoratori immigrati e per conoscere la verità sulla scomparsa del giovane lavoratore ivoriano del quale si sono perse le tracce ormai cinque mesi fa.

Il corteo, controllato da polizia, carabinieri e vigili urbani, si è snodato per alcune vie del centro abitato. Numerosi extracomunitari hanno partecipato alla manifestazione con foto e striscioni. I rappresentanti sindacali e alcuni lavoratori immigrati hanno preso la parola. Erano presenti il sindaco Giovanni Di Natale, gli assessori Giovanna D’Amanti e Ugo Lantino.

A 5 mesi dalla scomparsa di Daouda Diane, di lui ancora non si hanno notizie. A Marina di Acate e nei dintorni le ricerche non si fermano. La rete, rappresentata da LIBERA, CGIL, ANPI, CARITAS Ragusa, EMERGENCY Pozzallo, i circoli provinciali di LEGA AMBIENTE, MEDITERRANEA SAVING HUMANS, MH-CASA DELLE CULTURE Scicli, AGESCI zona Iblea, AC Ragusa, INTEGRAORIENTA, continua a chiedere verità per il giovane ivoriano, rivolgendosi in particolare a chi sa qualcosa e ancora non ha avuto il coraggio di parlare.

E i ragazzi dell’associazione Immagina di Modica hanno voluto lanciare un appello, attraverso un video da loro realizzato, affinché si superi il muro di silenzio che si è creato attorno a questa vicenda.

https://youtu.be/UgPm-uPGUKc

Tornando sulla manifestazione di ieri ad Acate, USB Ragusa ha dichiarato con amarezza: “Una bella giornata di sciopero e di lotta. Ringraziamo tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno scioperato assieme a noi, le compagne e i compagni che hanno aderito all’appello e partecipato.

Per l’ennesima volta mancavano organizzazioni (sindacali e sociali) che hanno deciso di boicottare tutte le giornate di lotta organizzate contro lo sfruttamento lavorativo e per la ricerca di verità è giustizia per Daouda. Sappiamo che rappresentano solo se stesse e che dovranno dare conto è ragione della loro assenza alle lavoratrici e ai lavoratori. Noi, invece, continueremo a dare voce e ad organizzare la rabbia!”

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