Truffa nel settore bonus edilizi: ecco il meccanismo scoperto dalla GdF di Modica

Due arresti, sette indagati e oltre 115 milioni di beni sequestrati è in sintesi l’esito dell’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza di Modica con il coordinamento della Procura di Ragusa denominata “Credit Washing”.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina al Comando Provinciale della GdF di Piazza Libertà a Ragusa, alla presenza del Procuratore Fabio D’Anna e del Sostituto Procuratore Monica Monego.

Due le misure cautelari personali eseguite, di cui una in carcere e l’altra agli arresti domiciliari per truffa a danno del Bilancio dello Stato nel settore dei “Bonus Facciate” e “Bonus Ristrutturazione”.

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno dato esecuzione ad un
provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale ibleo, con cui è stata disposta la misura cautelare personale in carcere per un imprenditore campano e gli arresti domiciliari per un imprenditore modicano, un 70enne del quale non sono state fornite nemmeno le iniziali.

Questi avrebbero abilmente e fittiziamente creato nonché commercializzato, con la complicità di altre 5 persone, oltre 115 milioni di euro di falsi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi assistiti dal regime agevolativo dei cc.dd. “Bonus Facciate e Bonus Ristrutturazioni”, in realtà mai avvenuti.
L’Autorità Giudiziaria ha disposto, il blocco di tali crediti fiscali inesistenti, con il sequestro preventivo di denaro, beni e assetti societari in misura equivalente al profitto del reato, ammontante a 115.135.522 euro.
Il provvedimento è stato emesso all’esito di un’articolata indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotta dai finanzieri della Compagnia di Modica che, tramite i dati estratti dalla “Piattaforma Cessione Crediti” dell’Agenzia delle Entrate, l’approfondita analisi della documentazione bancaria, i mirati sopralluoghi e la raccolta di testimonianze da parte di persone informate sui fatti, hanno portato alla luce il complesso meccanismo fraudolento con cui è stata perpetrata la truffa a danno del bilancio dello Stato.
Inoltre, la complessa ricostruzione delle transazioni finanziarie ha consentito di accertare l’autoriciclaggio di oltre 57 milioni di euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle di Modica sono scaturite dagli approfondimenti sulla posizione di una società di Roma, riconducibile ad un soggetto modicano, formalmente operante nel settore della costruzione di edifici residenziali, ma di fatto una mera cartiera, che, preliminarmente, è risultata aver acquistato 3 milioni di euro di crediti d’imposta senza aver pagato alcun corrispettivo, successivamente monetizzati in parte mediante cessione a Poste Italiane.

Le liquidità finanziarie entrate nella disponibilità dell’imprenditore sono state immediatamente sottoposte a sequestro d’urgenza per un importo superiore a 354.583,00 euro, al fine di impedirne la dispersione, già nelle prime fasi dell’indagine.
Grazie ai successivi accertamenti, sono state rilevate due principali modalità di esecuzione della frode: in primo luogo, è stato individuato un imprenditore campano che, tramite diverse società a lui riconducibili, ha falsamente attestato di aver ricevuto molteplici lavori di ristrutturazione edilizia da proprie società o da altri imprenditori compiacenti, che hanno acquistato così oltre 43 milioni di euro di crediti d’imposta mediante l’opzione dello “sconto in fattura”; inoltre, è stato accertato che lo stesso imprenditore, unitamente a un complice, ha effettuato centinaia di comunicazioni dell’opzione relativa agli interventi di recupero e restauro edilizio, in realtà mai avvenuti, sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate per conto di altre persone proprietarie di immobili, dichiarandosene erede e trasferendo circa 72 milioni di euro di crediti d’imposta fittizi sui cassetti fiscali delle proprie società. I successivi riscontri hanno permesso di accertare che i proprietari degli immobili inseriti nella piattaforma sono in realtà tutti ancora in vita e all’oscuro di tali operazioni.
Nel caso oggetto d’indagine, una volta creati, attraverso la falsa attestazione di lavori mai eseguiti, i crediti fittizi sono stati oggetto di ripetute cessioni a terzi per consentire poi la monetizzazione presso intermediari finanziari del “bonus” e la successiva dispersione del profitto del reato.

In tal modo, gli indagati tra i quali c’è un altro modicano, si sono assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte autoriciclati per oltre 57 milioni di euro, così da far perdere ogni traccia delle origini fraudolente di tali risorse economiche.
Per tali ragioni, su proposta della locale Procura, il G.I.P. ha anche disposto il sequestro preventivo di quote di partecipazione in 9 società per un valore di circa 250 mila euro, 24 autovetture e 2 motoveicoli, 2 unità immobiliari, tutti i conti correnti nella disponibilità di 5 dei 7 indagati, nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 24 imprese (aventi sede una a L’Aquila, una a Bologna, sei in provincia di Caserta, una in provincia di Ferrara, una in provincia di Frosinone, due in provincia di Lecce, una a Milano, cinque in provincia di Napoli, quattro a Roma e due in provincia di Salerno) e 33 soggetti (originari due della provincia di L’Aquila, quattordici della provincia di Caserta, uno della provincia di Cuneo, uno della provincia di Frosinone, nove della provincia di Napoli, quattro della provincia di Potenza, uno della provincia di Roma ed uno della provincia di Salerno), risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta.

Ricordiamo che, nello scorso mese di giugno, un altro modicano era finito nella rete della Guardia di Finanza sempre per presunta truffa ai danni dello Stato nell’ambito dei bonus edilizi.

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