Stop al caro bollette, questa mattina in piazza Matteotti a Ragusa la protesta promossa dalla Cna territoriale

“Una fase gravissima. Delle cui ricadute negative forse non si ha ancora un’esatta percezione. Se non si trova una soluzione immediata, il mondo produttivo delle piccole e medie imprese, anche in provincia di Ragusa, sarà drasticamente ridimensionato. Per non dire che scomparirà del tutto”.

E’ la sintesi del messaggio che, questa mattina, con riferimento alla mobilitazione provinciale per fermare il caro bollette promossa dalla Cna territoriale di Ragusa e tenutasi in piazza Matteotti (piazza Poste) nel capoluogo ibleo, il presidente territoriale, Giuseppe Santocono, e il segretario territoriale, Carmelo Caccamo, hanno voluto lanciare ai rappresentanti delle altre associazioni di categoria, delle istituzioni, dei Comuni, della Diocesi, agli imprenditori, agli artigiani, ai commercianti, ai dipendenti, ai pensionati e a tutti i cittadini presenti. Hanno aderito Confcooperative, Confesercenti, Confagricoltura, Legacoop, Sicindustria e Ance. Oltre cinquecento le persone partecipanti.

A prendere la parola i primi cittadini dei Comuni rappresentanti ma anche i parlamentari regionali e nazionali intervenuti. T

Tutti hanno convenuto sulla necessità di trovare al più presto delle soluzioni, evitando un’emorragia di chiusure che, se continua ancora così, sarà inevitabile. Guidati da Santocono e Caccamo, poi, una delegazione di rappresentanti delle associazioni di categoria e delle istituzioni è stata ricevuta a palazzo di Governo dal prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri.

A quest’ultimo sono stati sottoposti i vari punti di un articolato documento rivendicativo predisposto dalle associazioni di categoria.

Tra le richieste: promuovere, attraverso l’introduzione di uno specifico credito d’imposta del 50%, impianti fotovoltaici per autoconsumo delle Pmi utilizzando le superfici dei capannoni e prevedendo semplificazioni nelle relative autorizzazioni e nelle fasi di connessione alla rete; sospensione delle bollette di energia elettrica emesse; rateizzazione in tempi congrui delle bollette riferite a tutta la durata dell’emergenza; sistema di sostegni anche su base regionale in grado di alleviare il peso dei costi energetici delle imprese; previsione di un “calmiere energetico” fissando un tetto massimo al prezzo dell’energia sul mercato; sblocco immediato dei crediti fiscali congelati per lavori di ristrutturazione edilizia ed efficientamento energetico già realizzati dalle imprese attraverso lo sconto in fattura grazie al bonus 90% e 110%; ridurre e semplificare le procedure di rateizzazione delle cartelle esattoriali che riguardano l’Inps e in particolare le gestioni previdenziali autonome per artigiani e commercianti necessarie per il rilascio del Durc.

“Abbiamo chiesto al prefetto – dicono ancora Santocono e Caccamo – di rappresentare al Governo nazionale la situazione drammatica che stanno vivendo migliaia di imprenditori, artigiani, commercianti, pensionati, lavoratori e famiglie del nostro territorio. E’ una sfida epocale che se non riusciamo a vincere comporterà un salto indietro di decenni perché numerose attività produttive scompariranno. Un’altra preoccupazione che abbiamo manifestato è quella riguardante la presenza della criminalità che, approfittando di momenti di vuoto, riesce ad insinuarsi in modo subdolo e preoccupante. Abbiamo sollecitato, dunque, monitoraggi ancora più intensi e puntuali per evitare che da questa situazione di pesantissima difficoltà la criminalità possa trarre vantaggio a scapito della legalità della nostra economia locale. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e siamo pronti a fare sentire ancora più forte la nostra voce già in occasione della manifestazione unitaria in programma a Palermo per il 7 novembre”.

In una nota Confindustria Ragusa sintetizza la sua patecipazione alla manifestazione di oggi.

Il “caro bollette”, si legge appunto nel documento diffuso, incide fortemente e parecchie aziende stanno riducendo i turni produttivi. Se continua così ad inizio dell’anno si dovranno probabilmente chiudere anche delle linee, con una ricaduta sociale importante”, dichiara il presidente Piccola industria, Ciro Lambro.

“Se non si faranno degli interventi immediati, a livello statale, il disastro sarà inevitabile. Parliamo di misure concrete, come quella relativa all’effettiva fruizione del credito di imposta per le imprese energivore attualmente utilizzabile fino al 30 marzo 2023 ma che nella pratica non si riuscirà a utilizzare, visto il ristretto lasso di tempo, in presenza dei cassetti fiscali delle imprese già pieni di crediti. Proponiamo di diluire il credito di imposta – chiede Sicindustria Ragusa con l’intervento di Ciro Lambro, imprenditore del settore impiantistica avanzata per le telecomunicazioni –  per recuperare questi soldi in più tempo rispetto alla scadenza fissata a marzo. Chiaramente misure più strutturali, sempre con il coinvolgimento dello Stato centrale, dovranno essere prese a livello europeo”. 

Le istanze di Sicindustria, corredate da una serie di proposte concrete, sono state condensate in un documento unitario delle sigle datoriali oggi scese in piazza, che è stato consegnato al prefetto di Ragusa, alla presenza del senatore Salvo Sallemi e dell’onorevole Ignazio Abbate. In quel tavolo Sicindustria ha anche evidenziato la presenza, tra i propri associati, di Imprese che per la tipologia produttiva non sono suscettibili di fermate del processo produttivo, pena irrimediabili danni. Per questi settori è stata chiesta una particolare tutela nel mantenimento regolare delle forniture di gas. 

Infine, la dottoressa Giusi Migliorisi, direttore Sicindustria Ragusa, ha fatto presente che le soluzioni alla crisi energetica passano anche  dal razionale sfruttamento di risorse naturali di cui il nostro Territorio dispone, parliamo delle disponibilità di gas rinvenute nel corso di recenti ricerche tecnologiche, che attendono sono di essere utilizzate a beneficio della collettività. La riflessione è quella di superare la cultura del “NO” e di guardare a fonti diversificate tra cui sicuramente la valorizzazione energetica dei rifiuti.

Carmelo Caccamo, confagricoltura, Confcooperative, Confesercenti, Giuseppe Santocono, Legacoop, Sicindustria

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