La Riserva della foce del fiume Irminio ridotta in cenere dai balordi e dalla malapolitica

Un altro colpo mortale al patrimonio naturale ibleo. Un colpo ben assestato, frutto di un mix perfetto con le condizioni climatiche, che ha ridotto in cenere la Riserva Naturale della Foce del Fiume Irminio.

E siamo qui a raccontarlo dalle stesse pagine che hanno raccontato dell’incendio di Calaforno, l’area della Diga di Santa Rosalia, della Pineta di Chiaramonte Gulfi e chissà di quanti altri roghi ancora.

Il giorno dopo il vasto incendio che ha coinvolto la riserva naturale della foce del fiume Irminio, tra Scicli e Ragusa, ci si interroga sul perchè continuino ad accadere fatti simili.

Sulle origini delle fiamme non è possibile avere ancora la certezza, ma il fatto che l’incendio si sia propagato da diversi punti nello stesso arco di tempo, lascia poco spazio alle supposizioni. L’unica certezza agli occhi di chi guarda oggi la zona è la distruzione di uno dei più preziosi bacini di biodiversità degli iblei.

Ore di lavoro ad opera di Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Volontari del Gruppo Comunale di Protezione Civile di Ragusa, elicotteri, canadair e altre organizzazioni di volontariato non sono bastate ad evitare il colpo mortale alla zona devastata dall’incendio.

Le immagini della devastazione hanno inondato il web, ma a parte qualche sparuto commento, muta e assente la classe politica. Questo mentre, in piena campagna elettorale, ci si continua a riempire la bocca dell’importanza del Parco degli Iblei.

Eppure sono stati in tanti, in queste ore, a puntare il dito proprio contro la malapolitica e la sua totale indifferenza.

“Facciamo schifo” scrive su Facebook “Ragusa abbogghia” che si chiede “Quanto altro importante spazio verde dobbiamo veder scomparire per il favore di pochi?

Perché non riusciamo a demolire queste azioni inculcando il buon senso, facendo comprendere l’importanza ed i benefici che la natura può offrirci?

Perché non riusciamo a far breccia nel cuore di chi sa? Noi pensiamo di sapere perché lo fanno.

Vorremo solo sapere chi lo fa…

L’omertà e la disinformazione sono la piaga della nostra terra. Sono la piaga della nostra società”

“I love Scicli” sempre sui social, denuncia: “Un mix tra incapacità di prevenzione, malapolitica e non vigilanza su questi rischi crea ogni anno distruzione e danni irreparabili. Ancora oggi non si vede in Sicilia una vera e chiara strategia di contrasto agli incendi”.

“RagusAttiva” si chiede: “A parte la tristezza, cosa ci resta? Cos’è che ormai ci tiene legati a questo territorio fatto di inciviltà, spazzatura e campi a perdita d’occhio che una volta ospitavano foreste?!

Le responsabilità sappiano a chi appartengono e il bello è che quest’anno eravamo riusciti a non versare lacrime per nessun luogo del cuore, e invece…!

Dopo l’incendio di Calaforno dell’anno scorso che ha interessato anche l’area della Diga di Santa Rosalia, dopo la devastante tragedia che ha colpito qualche anno fa la Pineta di Chiaramonte Gulfi e dopo gli innumerevoli incendi appiccati dolosamente atti a creare spazi sempre più ampi per i pascoli, siamo arrivati a delle conclusioni: natura inesistente a favore di pascoli e cementificazione selvaggia; assenza totale delle Autorità Politiche e Militari che, con la loro indifferenza, hanno permesso negli anni che la criminalità dilagasse diventando un fenomeno sempre più forte e radicato”.

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