Modica, disabili gravi, parla il responsabile del distretto, Piero Bonomo: “Diamo assistenza e non assistenzialismo”

La vicenda di Davide Donzella, che da oltre tredici anni vive su una sedia a rotelle a seguito di un gravissimo incidente stradale, e che qualche giorno fa tramite il padre Franco ci ha inviato una lunga lettera per rivendicare il suo diritto a mantenere l’assistenza domiciliare (ADI) con le stesse modalità e soprattutto lo stesso fisioterapista che lo segue da sempre, ha sollevato un problema che riguarda tantissime persone che vivono la  condizione di Davide e della sua famiglia.

Per questo motivo, Piero Bonomo, direttore sanitario dell’Ospedale Maggiore e oggi anche responsabile del distretto sanitario 45, ha ritenuto necessario spiegare, con il bene placido del Direttore generale dell’Asp di Ragusa Raffaele Elia e coadiuvato all’unità valutativa formata dalla Dott.ssa Quintilia Celestre, fisiatra del distretto, dalla dott.ssa Adriana Floridia Direttrice medico del distretto, Giovanni Puma infermiere, capo sala del distretto e alla dott.ssa Antonella Celestre dirigente medico, quali sono le linee guida per l’accesso alle cure domiciliari che sono state emanate dall’assessorato alla Salute della Regione Sicilia.

Davide Donzella

Perché dichiara il dott. Bonomo “Ci sono delle normative che vanno applicate e che bisogna rispettare ed è quello che stiamo cercando di fare per il bene dei nostri pazienti. Ad oggi, infatti, ci sono pazienti che da oltre dieci anni ricevono assistenza domiciliare ma non sono stati mai visti da nessuno. Nessuno ha ritenuto importante capire se nel frattempo le loro condizioni erano cambiate, in meglio o in peggio, se l’assistenza che ricevevano era adeguate alle loro necessità”.

Questo accade – prosegue Piero Bonomo – soprattutto con i soggetti che sono sottoposti all’ADI ovvero all’assistenza domiciliare integrata che consiste in un insieme di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi integrati con servizi socio assistenziali(quali ad esempio igiene personale, cura della persona, assistenza pasti etc…).

Questo tipo di assistenza, continua Bonomo, non risponde in toto alle esigenze di una persona con disabilità certificata che invece ha diritto ad un regime riabilitativo domiciliare che comporta la presa in carico omnicomprensiva dei bisogni della persona con progetto riabilitativo redatto e supervisionato da un’equipe multiprofessionale e con una durata di trattamenti prevista per legge e generalmente ripetuta per più giorni alla settimana.”

In parole povere mentre l’ADI viene attivata per esigenze diverse da quelle che hanno le persone con disabilità, ad esempio per chi ha subito un intervento e ha bisogno di assistenza post ospedaliera che però non è prolungata ad oltranza o almeno non dovrebbe esserlo, ed è per questo che il servizio ha bisogno di essere rinnovato periodicamente.

C’è invece chi ha una disabilità certificata ed ha bisogno di un altro tipo di assistenza che deve essere richiesta una volta soltanto e che dura nel tempo.

Questa assistenza è più completa e viene fornita dal CSR consorzio siciliano di riabilitazione che ha diciannove centri accreditati in tutta la Sicilia.

Per il sistema sanitario affidare un paziente al CSR è più costoso, sottolinea il direttore Bonomo, ma per noi è fondamentale dare un servizio corretto ed efficace. Fra l’altro il CSR riceve un contributo fisso dalla Regione e non certo per paziente, per cui se ha dieci pazienti in carico o cento a loro economicamente non cambia niente. E questo è un dato che ci tengo a sottolineare per evitare facili speculazioni. Quello che è stato fatto precedentemente è stato sbagliato, è stato certamente più comodo attivare l’ADI indistintamente ma non è così che funzionano le cose. Chi ha realmente bisogno non deve elemosinare ogni mese aiuto, questo sistema genere assistenzialismo e di conseguenza malessere, sembra infatti quasi che venga fatto un favore a chi invece, per diritto, ha bisogno di ricevere assistenza completa e totale. Noi siamo disponibili al confronto con le famiglie, desideriamo la massima collaborazione e se dopo qualche mese questo servizio presenta dei problemi li affrontiamo insieme e cerchiamo di capire come migliorare. Tutto il resto è solo frutto di una cattiva informazione e della volontà di qualcuno di mantenere lo stato delle cose, noi invece desideriamo cambiare in meglio questo sistema e lo faremo, anzi lo stiamo già facendo.”  

Tutta questa vicenda, come abbiamo scritto, è partita dalle proteste di Davide Donzella il quale rifiuta il trattamento al CSR di Pozzallo. Ed il padre, assiema ad altri genitori, annuncia clamorose protesteentro la fine del mese.

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