Si complica sempre di più la scalata del candidato modicano, l’ex sindaco Ignazio Abbate all’ARS, ed in genere le sorti della nuova DC di Cuffaro. Abbate, infatti, è vittima di un’operazionedi trasformismo, insomma di quel fuggi fuggi di esponenti dell’Udc che sono approdati in altri lidi, svuotando il partito che fu di Pierferdinando Casini, di Follini, Buttiglione e di Peppe Drago.

La scelta dell’attuale assessore regionale, Totò Cordaro, campione delle preferenze a Palermo, di non candidarsi ed approdare nelle file di Fratelli I’Italia, annunciata nei giorni scorsi in pompa magna dalla stessa Meloni, priva infatti la lista che fa capo a Totò Cuffaro dell’ultimo importante apporto elettorale che poteva arrivare da ciò che rimane dell’UDC in Sicilia.

Tenuto conto che l’altro sopravvissuto è Terrana, il quale non è mai stato un campione di preferenze, pur avendo ottenuto nella migliore tradizione vetero democristiana la designazione della moglie nel listino di Renato Schifani, la tanto declamata lista UDC-Nuova DC è evaporata, rimanendo di fatto relegata alla sola Nuova Dc di Cuffaro, con tutti i limiti e le difficoltà che ciò comporta.

Difficoltà rilevanti in termini di immagine: c’è infatti da superare la leadership di Cuffaro, minata dalla condanna definitiva subita e scontata dall’ex Presidente della Regione per favoreggiamento alla mafia, ma anche di ordine elettorale, atteso che il superamento dello sbarramento del 5% appare impossibile in alcune province: Catania, Trapani, dopo la fuga di Turano, altro campione di preferenze ed assessore regionale, verso i lidi leghisti, Siracusa e Messina su tutte, e fortemente in bilico nella stessa Palermo, dove le liste, rispetto alle previsioni iniziali si sono fortemente indebolite.

Una corsa ad ostacoli che rischia di rendere vano il risultato che Abbate potrà capitalizzare a Ragusa, atteso che anche un autentico exploit potrebbe non servire a nulla, qualora gli stessi risultati non arrivassero dalle altre province, essendo costituita la prima barriera dal superamento dello sbarramento regionale che già alle scorse elezioni fece vittime illustri ed impreviste.

Con un’ulteriore aggravante per le speranze dei cuffariani: la lista che raccoglie l’ex MPA di Lombardo e gli ex UDC di Romano a Palermo, sembra meglio attrezzata e capace di occupare uno spazio nettamente più rilevante al centro; una divisione quella che vede Cuffaro da un lato, e la galassia centrista dall’altro, che rischia di lasciare sul campo le spoglie di quella che è stata pomposamente definita la Nuova Dc, ma che oggi non sembra altro che un romantico desiderio dell’ex Presidente della Regione di ritornare, a dispetto della sua interdizione, al centro del dibattito politico regionale.

Insomma il bluff è scoperto: non c’è nessuna lista UDC-DC: la lista è totalmente confinata entro i limiti della nuova Dc di Cuffaro, fatto salvo il salvagente familiare ottenuto da Terrana (che, evidentemente, ha chiesto ed ottenuto il listino per la moglie perchè al raggiungimento del quorum non crede neppure lui) e la battaglia solitaria di Abbate a Ragusa, il quale, forse, farebbe meglio ad impiegare le proprie energie nell’affermazione convinta del suo programma in campagna elettorale, piuttosto che nel tentativo di convincere i cittadini di ciò cui neanche lo stesso Abbate crede: quello di essere in una lista diversa da quella che lo ha candidato ( anche l’Assessore Baglieri è andata via ed ora è capolista di Forza Italia a Ragusa), che non è l’UDC, ma Cuffaro e la sua Nuova DC.

Nella foto di copertina Totò Cordaro con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia