A sessanta giorni dalla scomparsa di un uomo nessuna notizia…e siamo in un paese civile!

Esattamente sessanta giorni, tanti ne sono trascorsi dal 2 luglio, giorno in cui un uomo di 37 anni, uscito da casa per recarsi al lavoro, non è più tornato, sparendo nel nulla.

Dalle 14.30 di quel maledetto giorno, una moglie, un figlio, una famiglia e tanti amici vivono ore di angoscia senza avere uno straccio di notizia, un segnale e nemmeno un corpo su cui piangere.

La vicenda di Daouda Diane, ivoriano, mediatore culturale e lavoratore in nero in una ditta di calcestruzzi ad Acate, ormai la conoscono tutti, ma a ricordarsene a distanza di due mesi da quanto accaduto, sono veramente in pochi.

Un sindacato, l’Usb e solo qualche sparuto collega giornalista, si ricorda ancora di quest’uomo scomparso nel nulla, scioltosi come neve al sole in un caldissimo pomeriggio di Luglio.

Pare che l’ispettorato del lavoro stia valutando la posizione della ditta di calcestruzzi che avrebbe fatto lavorare, solo per tre giorni, l’uomo che proprio da quella ditta aveva postato dei video mandati ai familiari e attraverso i quali denunciava le precarie condizioni in cui era costretto a lavorare. I legali della stessa ditta però dichiarano di non avere ricevuto ad oggi nessuna notizia su eventuali sanzioni.

Nessuna novità e nessuna notizia su come si stia procedendo nelle indagini da parte delle forze dell’ordine. Si sa solamente che c’è una indagine aperta per omicidio e occultamento di cadavere, per il resto silenzio tombale. I carabinieri assicurano che non c’è alcun rallentamento nel lavoro di indagine, ma di fatto non si sa assolutamente nulla.

E intanto Daouda da due mesi urla e chiede giustizia.

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