Sanità: i ragusani preferiscono farsi curare fuori dalla Sicilia. La spesa è cresciuta, l’unica provincia in controtendenza

Uno dei problemi che ha dovuto affrontare da sempre chi vive in Sicilia è quello di dover recarsi fuori regione per ricevere le cure mediche soprattutto per quelle specialistiche.

Ma da una recente analisi della mobilità passiva ospedaliera realizzata da Kpmg e presentata questa mattina a Palermo dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, alla presenza, fra gli altri, del direttore del dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato, Mario La Rocca.

E’ emerso un dato confortante: negli ultimi due anni è diminuito in modo consistente il numero dei siciliani che si è rivolto a strutture sanitarie fuori regione per ricevere prestazioni di ogni livello.

Lo studio, mettendo a confronto principalmente l’ultimo periodo pre-pandemico (2019) e il 2021, non tenendo conto quindi del “fermo” del 2020, ha evidenziato che i cittadini residenti nelle nove province siciliane hanno preferito rimanere nel proprio territorio.

Non solo per i trattamenti più semplici ma, in controtendenza con il passato, anche per ricevere cure di alta complessità. Nel complesso il valore di tutte le prestazioni sanitarie (ricoveri ordinari e day hospital, specialistica ambulatoriale, somministrazione diretta di farmaci, farmaceutica, medicina di base, trasporti con ambulanza o elisoccorso, cure termali) rese a cittadini siciliani da strutture fuori regione, in particolare Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte,  nel 2021 ha avuto un valore economico di 237,4 milioni di euro, contro i 293,8 milioni del 2019, segnando una riduzione di oltre 56 milioni di euro.

Offrire ai siciliani un servizio sanitario efficiente, ha commentato il presidente della Regione Nello Musumeci, è il chiodo fisso che ci accompagna da cinque anni. La netta riduzione del ricorso alle cure fuori dalla nostra regione è un primo segnale confortante, anche se va preso in considerazione l’impatto del Covid. Stiamo investendo oltre un miliardo di euro, in tutta l’Isola, per realizzare nuove e moderne strutture, adeguare reparti ospedalieri, potenziare i Pronto soccorso, acquistare moderne attrezzature mediche e dare ai nostri concittadini un’assistenza che non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane. Un percorso difficile, certo, ma ormai avviato e che intendiamo portare avanti”.

Per quanto riguarda la divisione delle singole province, la provincia di Ragusa spicca tra quelle in cui ci si rivolge in prevalenza alla Sanità territoriale (75% del totale dei ricoveri), evitando in tal modo di ricorrere alle strutture di altre regioni.

Anche se, in controtendenza rispetto a tutte le altre province siciliane, il Ragusano è l’unico territorio in cui nel 2021 è cresciuta la spesa per i ricoveri fuori dalla Sicilia rispetto al 2019: 11,4 milioni contro 9,2.

Un dato che certamente deve fare riflettere i vertici della sanità provinciale iblea. Da cosa deriva questo dato?

Perché la provincia di Ragusa è l’unica che non riesce a garantire ai propri cittadini un servizio sanitario che possa evitare di dover ricercare fuori ciò che è necessario per ricevere cure efficaci? Ma analizzando ancora i dati  dell’analisi di Kpmg, emerge che le principali prestazioni sanitarie per le quali i ragusani hanno preferito viaggiare riguardano l’Ortopedia e traumatologia (sostituzioni di articolazioni maggiori o reimpianto di arti inferiori), Chirurgia generale (interventi per obesità) e Oncoematologia (Trapianto di midollo osseo allogenico).

Proseguendo nell’analisi emerge poi che fra i ricoveri nelle strutture del Ragusano, il 69% è stato effettuato all’interno di strutture pubbliche e solo il 6% da quelle private.

Soltanto l’8% invece, di chi ha dovuto essere ricoverato ha preferito spostarsi verso altre regioni: si tratta di 2.544 ricoveri, tra cui 2.411 per patologie “acute”, 127 per “riabilitazione” e 6 per “lungodegenza”.

La mobilità all’interno della Sicilia si attesta, invece, al 17% dei ricoveri complessivi del 2021, tra strutture pubbliche (9%) e private (8%) di altre provincie.

“I dati dell’Analisi di Kpmg, ha sottolineato l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono molto positivi, senza dubbio i numeri dimostrano che non siamo al livello di quattro anni fa e che dobbiamo proseguire su questa strada senza cullarci sui risultati raggiunti, ma non possiamo ancora dire di essere del tutto soddisfatti. Se i siciliani sono tornati ad avere fiducia nei confronti della Sanità siciliana, il nostro sforzo deve essere doppio: ancora oggi le liste d’attesa sono lunghe e con tempi in qualche caso inaccettabili. La qualità assistenziale, inoltre, deve essere la stessa in tutte le nove province dell’Isola. Continuiamo a lavorare per raggiungere questi obiettivi”. 

A seguire l’intervista completa rilasciata dall’assessore alla sanità Ruggero Razza al termine della conferenza stampa…

assessorato regionale salute, kpmg, Mario La Rocca, mobilità passiva ospedaliera, Nello Musumeci, ragusa, ruggero razza, sanità, sicilia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


PUBBLICITÀ

Collabora con noi

Vuoi pubblicare un annuncio o effettuare una segnalazione?



Il Domani Ibleo © 2021. Tutti i diritti riservati. Designed by Ideology Creative Studio 

La testata e la linea grafica della testata è stata realizzata da Ariel Garofalo. www.arielgarofalo.com Email: arielgarofalo@gmail.com

Change privacy settings