Nuova vita agli edifici abbandonati. L’associazione Modicaltra propone patti di collaborazione tra istituzioni e cittadini

Per un paio d’ore è sembrato di trovarsi catapultati in una pòlis greca… non soltato per la forma del piccolo anfiteatro che ci ospitava, ma soprattutto perché su quei gradoni, c’erano seduti in tanti, giovani e non, ad ascoltare, attentissimi, e ad intervenire, senza timori, in un dialogo reciproco accomunato dall’intento di capire e di capirsi.

E invece si tratta di Modica.

All’anfiteatro di San Giuseppe U Timpuni, il secondo incontro organizzato dall’associazione Modicaltra, aperto a chiunque abbia il desiderio di farsi comunità, con il suo esserci.

Lo scorso 7 Maggio, al Castello dei Conti, il gruppo di modicani si era presentato alla città raccontando la prima azione in qualità di associazione,‘Vuoti a rendere’: una fotografia concreta di Modica da loro scattata, attraverso un censimento dell’area ad alta densità di edifici, che include Modica Alta e Modica Bassa, registrandone le condizioni e appurando che sul totale dei beni considerati, quasi il 40% risultano vuoti, in quanto abbandonati o inutilizzati.

Da qui, l’interrogativo centrale: in che modo poter dare nuova vita agli edifici abbandonati ?

L’incontro di ieri sera rappresenta il secondo step di un processo avviato, al fine di trovare soluzioni concrete che dal basso della partecipazione del singolo cittadino, così come delle associazioni attive sul territorio, possano trasformare quei beni materiali ed immateriali trascurati in luoghi vivi, capaci di accogliere iniziative socio-culturali aperte.

“La collaborazione tra l’amministrazione comunale e i cittadini è indispensabile – riflette Salvo Avola, tra i fondatori di Modicaltra – per questo abbiamo deciso di dare uno sguardo alle realtà nazionali già esistenti che hanno affrontato la stessa tematica e ci siamo imbattuti, tra le tante, in LabSus, Laboratorio per la Sussidiarietà, realtà bolognese virtuosa che, attraverso l’articolo 118 comma 4 della Costituzione, riguardante il principio di sussidiarietà orizzontale, ha preso spunto da quest’ultimo al fine di proporre dei patti di collaborazione tra le istituzioni e i cittadini attivi”.

“Il Patto di collaborazione – spiega il giornalista Angelo Di Natale, intervenuto all’assemblea per dare il suo contributo d’esperienza a contatto con realtà che utilizzano questo modus con risultati più che positivi – diventa uno strumento neutro e funzionale, come si evince da quei luoghi in cui è già stato sperimentato.È possibile solo dopo l’approvazione istituzionale di un Regolamento che ne sancisca le modalità.

Purtroppo dalla sua nascita otto anni fa, ad oggi, soltanto 270 sugli 8050 comuni lo hanno approvato, un po’ per la pigra risposta istituzionale, un po’ per una mancata conoscenza dello stesso da parte dei cittadini. Adesso però, abbiamo tutti i presupposti affinchè possa diventare reale, proprio qui a Modica… un’occasione imperdibile di democrazia partecipata”.

I prossimi step delineati dall’assemblea saranno quindi: la discussione approfondita del Regolamento, aperta a tutti i cittadini dai 16 anni in sù, e, una volta redatta la versione definitiva, tra un paio di settimane dare il via ad una raccolta firme per poter legittimare il tentativo di proporla al Comune.

Del resto, l’ultima parola spetterà al commissario straordinario e al consiglio comunale, per approvare o meno questo strumento che, qualora ottenesse un sì, darebbe il via alla stipula di patti di collaborazione eventualmente proposti dalla cittadinanza stessa.

Un grande fermento, di cui Modicaltra si fa portavoce, che merita ascolto e strumenti per identificarsi comunità, non soltanto come idea sognante, ma presenza vera.

Marianna Triberio

Anglo Di Natale, Salvo Avola

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