Il giornale in classe. I totalitarismi moderni visti dagli studenti del Fermi di Ragusa

I regimi totalitari si caratterizzano per alcuni tratti distintivi, tra cui la supremazia della classe dirigente sugli organi rappresentativi, la soppressione di ogni libertà e diritto civile o politico e, ovviamente, la presenza di un leader carismatico in grado di guidare e condizionare l’opinione pubblica.

Sebbene siamo portati a collegare il termine totalitarismo con la storia del secolo scorso e con regimi quali il nazismo di Hitler o il comunismo di Mao, ad oggi nel mondo questa forma di governo è tutt’altro che scomparsa.

La possibilità che si sfoci in forme autocratiche non è da escludersi anche nella vita di tutti i giorni, come testimonia il film “L’Onda” di Dennis Gansel, nel quale un insegnante propone un esperimento agli allievi per far capire cosa realmente sia l’autocrazia: provare a simulare in classe un regime dittatoriale. E in poco tempo in quel microcosmo è possibile riscontrare leader, divise, segni condivisi, disciplina, violenza, dissidenti e tutti gli “ingredienti” base per dar vita a un regime dittatoriale.

Ai nostri giorni, accanto a paesi in cui sussistono regimi dichiaratamente dittatoriali, come la Corea del Nord, la Bielorussia e vari stati africani, ne esistono altri in cui i totalitarismi sono camuffati da regimi democratici. Si tratta di stati dove i diritti civili sono calpestati, le istituzioni democratiche per lo più assenti e in cui il pluralismo partitico è stato messo da parte a favore di partiti unici, in cui il potere decisionale risiede nelle mani di pochi – le cosiddette oligarchie – o nelle mani di una sola persona, che spesso si dichiara capo assoluto dello stato con facoltà di modificare la costituzione e abrogare le leggi.

La Repubblica Popolare Cinese rappresenta forse il più importante esempio di stato totalitarista del mondo moderno, in cui esiste un solo partito che decide ogni singolo aspetto della vita dei suoi cittadini a partire dalla discussa quanto controversa “legge del figlio unico”.

In Turchia, Erdogan ha, nei lunghi anni trascorsi sulla scena politica, accentrato il potere politico nelle proprie mani dando al paese un’impronta personale, che lo allontana dalla direzione laica intrapresa nel secolo scorso. Più vicino a noi geograficamente, ma meno culturalmente, è la Bielorussia, alleato della Russia di Putin. L’Europa non ha riconosciuto i risultati delle ultime elezioni presidenziali che hanno riconfermato Lukashenko, considerandole né libere né regolari. Il regime di Lukashenko, come il governo di Orban in Polonia, stanno lentamente smantellando il sistema dei diritti e delle libertà civili soprattutto a sfavore delle minoranze e delle donne.

Quelli sopra citati sono solo alcuni degli esempi di totalitarismi moderni e la lista sarebbe ancora lunga se dovessimo parlare degli stati africani, di molti stati del Sud-Est Asiatico e del Medio Oriente. Tuttavia il vero problema dei totalitarismi è che insegnano a “non pensare” e ubbidire agli ordini, immedesimandosi in maniera totale con la volontà del regime. Il conformismo di massa e la “gabbia” delle nuove tecnologie sono degli strumenti alienanti che inibiscono la ragione e contribuiscono alla formazione di un’autorità collettiva da cui è difficile staccarsi. Proprio l’allineamento di individui non pensanti è ciò che costituisce il perno delle dittature.

“La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza; è l’attitudine a discernere il bene dal male, il bello dal brutto.” (Hanna Arendt)

Articolo scritto da: ANTOCI CHIARA, MASSARI ELENA, LICITRA MARTA, CONTI ALESSANDRA, LICITRA MARIA CHIARA, CRISCIONE LORENZO

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