Modica, quella di corso Regina Margherita 77 è la vera casa natale del musicista M° Pietro Floridia?

Negli ultimi anni, purtroppo, i cittadini modicani si sono dovuti confrontare con continue sorprese e disillusioni circa l’originarietà e l’autenticità di siti e personaggi storici e della cultura locale, assurti volontariamente a miti ed eccellenze, che poi alla fine tali non erano nella sostanza, probabilmente a causa di una amministrazione politica, storica e culturale locale asservita ad un modus operandi tutto tipico, particolare e asfittico.


Gli effetti di tale politica autoreferenziale e di comodo ancora oggi si possono notare ascoltando quanto e quello che illustrano in giro, alcune guide turistiche ad ignari turisti, come siti (anche a pagamento) di interesse storico e culturale che poco hanno di interessante e addirittura sono storicamente altro; ad esempio sentire che il Palazzo della Città è detto di “San Domenico” perchè prende nome dalla chiesa accanto, quando invece quello era il convento dei Domenicani sin dal 1400, quando fu chiesto il nulla osta per la costruzione al beneficiato della Chiesa Madre di San Giorgio e la chiesa costruita dopo e accanto, ha il nome della Chiesa di Santa Maria del Rosario, la dice lunga su quali sono oggi gli effetti di una politica culturale rabberciata, superficiale e di comodo.


Di più, se si va a consultare il totem presente a dx dell’Ufficio Turistico di c.so Umberto I, dove grazie ad alcuni passaggi, in alcuni casi anche sgrammaticati e con errori anche di semplice ortografia, questa sensazione è ulteriormente avvalorata, poiché ufficialmente si comunicano dati fuorvianti, come ad esempio che il Polittico del Duomo di San Giorgio è dell’Alibrandi, quando ormai sono decenni che il Prof. Paolo Nifosì ha scoperto essere invece proprio di Bernardino Nigro!


Si riteneva che la parabola discendente della qualità, dell’offerta culturale e turistica a Modica con l’ultima novità sulla non casa natale di Salvatore Quasimodo in via Posterla e su tutta la narrazione enfatica e insussistente sotto il profilo storico e biografico, a mio parere, avesse toccato il suo minimo, ma come si suol dire: …alla irredenzione socio-culturale di Modica non c’è mai termine.


Un’altra scoperta, a dir poco sconcertante, che conferma questo trend pseudo-culturale che arriva anche da lontano, è di questi giorni e riguarda un personaggio molto noto a Modica e negli Stati Uniti d’America per la sua produzione musicale e cioè il M° Pietro Floridia.

Non si stanno qui ad elencare le note biografiche del noto concittadino a cui è stata dedicato anche l’Auditorium, ex-cinema Moderno, ove ai comuni mortali per poter accedere alla realizzazione di attività culturali è chiesto di sborsare, a quanto si dice, un oneroso “obolo”, fatto poco decoroso per una città che si candida perennemente a Capitale della Cultura, ma si sottolinea invece, e soltanto, che da decenni il suo nome è stato abbinato ad un palazzo stile liberty presente in corso Regina Margherita n.77.


Ancora oggi le guide turistiche, ed altri soggetti meccanizzati itineranti, lo indicano e lo illustrano, anche in diversi programmi mediatici, come la casa natale del M° Pietro Floridia e della sua famiglia, dove lo stesso apprendeva, proprio in quelle stanze, i primi rudimenti di pianoforte dalla madre Anna Maria Napolino.

Diversamente afferma Raffaele Grana Scolari, che in un suo poemetto dichiara che lo sentiva suonare da casa sua che appunto si trovava e si trova tutt’ora in c.so San Giorgio, dirimpetto quasi a quella che era la casa anche dei Napolino (vi nacque anche la madre di Pietro Floridia), la cui discesa è ancora ad essi dedicata.


Su questi presupposti “storici” in passato si è segnalato alla Provincia di Ragusa di acquisire questo bene culturale per preservarlo da eventuali altre destinazioni che avrebbero fatto scomparire questo bene culturale dal panorama cittadino, una operazione identica a quella di casa Quasimodo in via Posterla da parte della Regione Siciliana!

Purtroppo, come per il Nobel per la Letteratura, che risulta essere nato in tre posti distinti fra loro (via Posterla, Stazione Ferroviaria e quella ufficiale, Ufficio Postale dei primi del 900) anche per il caso del maestro Pietro Floridia, arriva per la città e per la buona fede dei cittadini modicani, un’altra cocente delusione e cioè, il maestro Pietro Floridia non nasce in quella casa di c.so Regina Margherita n.77, bensì in un’altra di c.so San Giorgio, ove ci vive fino al momento in cui si trasferisce a Palermo (dove si sposa), e poi Napoli e Stati Uniti d’America.


Si pensa che questa fallace indicazione sia stata data in passato anche grazie ad un magnifico lavoro, sotto questo profilo storico e anagrafico, di Giovanni Dormiente, che sembra abbia indicato quella come la casa natale e della vita adolescenziale e giovanile modicana del maestro, mentre invece fu un’acquisizione del fratello minore Giambattista, probabilmente successiva al suo matrimonio con Ottavia Blandini, dopo la metà degli anni 80 del XIX sec., tanto che l’allora Presidente della Provincia si convinse di farla acquisire per il bene comune della collettività.

Oggi sembra sia, a questo punto si deve ritenere paradossalmente, diventato anche bene vincolato ai sensi del D.Lgs 42/2004 (Art. 12) . D.D.G. 2106 del 27.04.2018!


Recentemente, nel 2021, da parte di diversi movimenti cittadini, si era gridato allo scandalo perchè la ex Provincia di Ragusa aveva intenzione di venderlo a dei privati, anziché ristrutturarlo e renderlo fruibile agli eventuali visitatori.


Insomma, sarebbe stato sufficiente per chiunque estrarre un semplice certificato di nascita del maestro per sapere: “…che lo stesso è nato da Donna Maria Napolino di anni trentanove domiciliata in detto Comune strada S. Giorgio e da don Francesco Floridia di lei marito di anni quarantadue di professione proprietario domiciliato ivi nel giorno cinque di maggio anno corrente alle ore una nella casa di propria abitazione…”; Comune di Modica, Registro dello Stato Civile, volume nati 1860, f. 424 v. .


Un altro svarione in buona sostanza che si sarebbe potuto evitare, se si avesse voluto, anche perchè l’abitazione che oggi si indica come quella del maestro Floridia (in c.so Regina Margherita, 77) alla fine fu ceduta dalla figlia di Giambattista Floridia alla famiglia Agosta e poi alla Provincia.


La casa dove egli nasce e in cui vive fino alla gioventù, peraltro, con molta probabilità, potrebbe essere quella di proprietà della famiglia della madre donna Anna Maria Napolino, visto che a sua volta vi nasce anch’essa nel 1821, come anche suo zio il baronello Orazio Napolino, che lo adotta negli anni 80 del XIX secolo e la venerazione del M° Pietro Floridia per San Giorgio, ossia per il Santo e per l’area urbana e sociale di sua pertinenza, non potrebbe spiegarsi diversamente se non con il fatto che lo stesso vi sia nato e vissuto almeno fino alla gioventù.


Come sappiamo il maestro ambienta la sua opera maggiore “La Maruzza” proprio a San Giorgio, provvede alla progettazione e collaudo dell’attuale organo di San Giorgio, la sua famiglia sia materna che paterna erano a pieno titolo ai vertici delle due Congregazione “Sangiuggiari”. ossia la CentoMesse e quella del Santissimo Sacramento.


A questo punto urge la necessità di approfondire doverosamente ancora per bene l’intera vicenda e dare quindi un quadro completo, veritiero e aderente alla storia di quella che fino ad oggi e in parte si è rivelata essere una “fake news” , avallata istituzionalmente, forse inconsapevolmente e ingenuamente, anche da chi sarebbe stato preposto a controllarne l’autenticità e la genuinità, prima di impegnare risorse erariali che sono alla fine di tutti i cittadini, compresi i modicani, per i risvolti ed i ritorni economici culturali che si potevano sperare.

Carmelo Cataldi

Anna Maria Napolino, Duomo di San Giorgio, Giovanni Dormiente, Provincia Regionale, salvatore quasimodo

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