All’Ars che taglia 100 milioni per i disabili, si litiga sulla paternità delle regole per i tartufi

Secondo il disegno di legge della finanziaria in discussione all’Ars, il governo regionale intende tagliare di quasi 100 milioni di euro la dotazione del capitolo di bilancio dedicato ai disabili rischiando di far saltare l’assegno di cura istitutito nel 2017 a compensazione delle carenze dei servizi assistenziali.

Questo significherebbe che a partire da giugno il contributo mensile non verrà più erogato, mettendo in serie difficoltà ben 13 mila disabili gravissimi con le loro famiglie. Sindacati e movimenti a difesa dei diritti dei disabili hanno già lanciato l’allarme e annunciato mobilitazioni mai viste prima!

E tutto questo mentre per la corsa a Palermo si è già in piena campagna elettorale. E a Palermo cosa si fa? Si litiga e si discute sulla paternità del nuovo regolamento per la raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi!

Senza volere sminuire l’importanza del provvedimento, appare stucchevole la discussione sollevata in queste ore sui social, dove assistiamo all’annuncio trionfalistico del presidente Musumeci e all’intervento risentito dell’on. Dipasquale che, ad onor di cronaca, un accenno ai tagli per i disabili lo fa.

”Con una legge Finanziaria ancora tutta da approvare oltre la scadenza di legge, con risorse in meno per i disabili, per i servizi sociali e per le politiche a sostegno del lavoro e delle imprese, il Presidente Musumeci esulta informando gli organi di stampa tutti che la Giunta ha approvato il regolamento per la raccolta, la coltivazione e il commercio dei tartufi in Sicilia, come se fosse tutta farina del suo sacco, dichiara l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e primo firmatario del ddl 496/2019 recante “Norme in materia di raccolta, coltivazione, commercio e tutela del consumo dei tartufi nella Regione Siciliana”, approvato definitivamente dall’ARS il 15 dicembre 2020.

Il regolamento di cui Musumeci oggi fa gran vanto arriva, quindi, con ben un anno esatto di ritardo rispetto al termine fissato dalla norma di cui sono stato proponente. Un anno e quattro mesi dall’esito positivo del ddl al Parlamento siciliano. “Una vergogna!” tuona Dipasquale che aggiunge: “Siamo alle solite: c’è chi lavora per rispondere alle richieste e alle esigenze dei siciliani e il Governo tenta di accaparrarsi meriti che non gli spettano in alcun modo”, ecco adesso sarebbe opportuno anche rispondere alle richieste di 13.000 disabili, grazie!

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