Riti della Pasqua tra divieti e conferme. Differenze tra Diocesi di Ragusa e Noto?

Da un lato i numeri ancora preoccupanti della pandemia, dall’altro lo spirito di solidarietà nei confronti del popolo ucraino, hanno messo in discussione lo svolgimento dei riti della settimana santa anche in provincia di Ragusa.

C’è chi ha già deciso per l’annullamento delle rappresentazioni religiose come nel caso della “Madonna Vasa Vasa” a Modica e chi invece ad oggi ha confermato che tutto si svolgerà regolarmente pur invitando i fedeli alla massima prudenza, come nel caso della “Paci” a Comiso.

Ieri pomeriggio, alla luce del fatto che dal primo aprile cessano tutti i decreti riguardanti le misure restrittive e che anche la Conferenza episcopale siciliana nei giorni scorsi si è espressa in tal senso, il Vescovo della Diocesi di Ragusa Monsignor La Placa ha decretato che a partire dalla Domenica delle Palme riprenderanno le processioni.

Dovranno però essere osservate precise indicazioni: i portatori dei simulacri dovranno indossare le mascherine e in segno di solidarietà con il popolo ucraino per tutta la Settimana Santa sarà vietata l’esplosione di fuochi pirotecnici. Si stata inoltre valutando l’opportunità di richiedere per i portatori il tampone negativo.

Monsignor La Placa ha raccomandato a tutti i sacerdoti, che si ponga ogni prudente premura per limitare al massimo la possibilità del contagio. Un invito anche a tutti i fedeli a fare attenzione in considerazione della vicinanza oggettiva e non sempre controllabile, provocata dall’assembramento della processione, per questo si invitano tutti ad indossare la mascherina durante le processioni anche se si svolgono all’aperto.

In osservanza a quanto stabilito dai vescovi siciliani si sta valutando anche la possibilità di convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nel territorio ibleo.

Il Vescovo della Diocesi di Ragusa ha dichiarato di essere molto felice per due motivi. “Poter constatare che la luce in fondo al tunnel, che abbiamo attraversato in questi due anni, diventa sempre più chiara e vicina. Il secondo legato al riconoscimento del senso di obbedienza e responsabilità che tutta la comunità diocesana ha manifestato nell’accogliere le norme e le indicazioni – a volte gravose – emanate dall’inizio della pandemia ad oggi.

Tuttavia, la pandemia – sottolinea monsignor La Placa – non è stata abrogata con il decreto che determina la cessazione dello stato di emergenza!» e qui fa scaturire l’ulteriore invito ad essere responsabili e prudenti.

Il fatto che siano state stoppate importanti manifestazioni legate alla Pasqua sia a Modica che a Scicli non significa che la Diocesi di Noto, alla quale appartengono queste due parrocchie, abbia un parere diverso sullo stato di emergenza.

La Cesi ha dato un parere ben preciso che riguarda tutta la Sicilia e la decisione dello stop in questo caso è stata presa dai singoli Vicariati dopo avere analizzato i numeri della pandemia. Da questi potrebbe dipendere anche lo svolgimento di altre importanti manifestazioni religiose come quella di San Giorgio sempre a Modica.

A dimostrazione del fatto che lo svolgimento dei riti della Pasqua non sia legato alle decisioni della Diocesi, ci sono i riti, attualmente confermati, della Settimana Santa a Ispica che appartiene alla stessa Diocedi di Modica e Scicli. In questo caso l’ufficialità del programma arriverà fra pochissimi giorni.

Da parte del Vescovo di Noto, Monsignor Antonio Staglianò fino ad oggi nessuna dichiarazione ufficiale e nessun commento sulle decisioni prese dai Vicariati, lasciando intendere che ciascuna parrocchia potrà decidere autonomamente se e come svolgere le feste. Nessun commento su Modica e Scicli, nessun commento su Ispica e Pozzallo.

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