Un gesto per recuperare la sua leadership? Una decisione dettata dall’ennesimo scontro all’interno di Forza Italia, o un gesto da guardare con più lungimiranza con obiettivo il governo della regione, la presidenza o la candidatura a sindaco di Palermo?

Quale che sia il significato politico della drastica decisione presa da Gianfranco Miccichè di azzerare le commissioni parlamentari, inevitabilmente questa finirà per pesare sull’attività svolta e sui risultati che si sarebbero potuti avere per la collettività. 

L’esempio lampante arriva dalla commissione delle attività produttive alla cui presidenza si trovava l’on. Orazio Ragusa, dove si stava lavorando, dopo la riforma sulla pesca, ai consorzi di bonifica, ai forestali, alle attività estrattive, alla riforma del commercio. Cosa succederà adesso?

Il presidente Miccichè ha chiesto ai gruppi parlamentari di nominare i nuovi deputati per le commissioni, una procedura che in genere si verifica a metà legislatura e non alle sue battute finali.

Chiaro segnale che il voto per le amministrative in Sicilia e quello per le regionali hanno provocato un vero e proprio terremoto in Forza Italia. L’ala più conservatrice sembra non gradire il desiderio del presidente di  trovare alleanze per Palermo e di ispirarsi al “modello Draghi” coinvolgendo il Pd anche a livello regionale.

“Lo scontro di una compagine è sconfinato nell’azzeramento delle commissioni che ha tutto il sapore di una vendetta” dichiara visibilmente amareggiato lo stesso on. Ragusa, che spera nella ricomposizione delle commissioni senza stravolgimenti che potrebbero vanificare tutto il lavoro sin qui svolto, con riforme studiate e portate avanti che attendevano solo di andare all’esame dell’Ars per il voto finale.