“Lotto Marzo”, oggi più che mai in primo piano le storie di donne combattenti

E’ difficile affrontare questa giornata, senza rischiare di cadere in banalità ma, ci rendiamo conto che, in realtà, quello che per gli altri è banale, ancora oggi, non è affatto così.

E continua ad essere emblematico che esista una giornata internazionale della donna, anche se forse, di questa giornata, dovremmo recuperare il vero significato storico, piuttosto che trasformarla in una festicciola durante la quale assistere a frasi e commenti che tutto fanno tranne che celebrare noi donne.

E così, per spiegare che cosa rappresenta l’8 marzo per tutte noi, abbiamo deciso di dare voce ai pensieri e alle quotidiane riflessioni di una donna, una nostra concittadina, Gheryde Aprile.

Gheryde ha deciso di raccogliere in un libretto tutte quelle riflessioni personali scritte, sul suo profilo Facebook ogni qualvolta un fatto di cronaca o un avvenimento particolare della sua vita la spingeva a riflettere.

Poi, durante la pandemia, rileggendo quegli scritti, ha sentito l’esigenza di racchiuderli in un libro e pubblicarli con un titolo che, a nostro dire, rappresenta appieno, non solo questa giornata, ma la vita intera delle donne: Lotto Marzo.

Un gioco di parole che di per sé vale più di ogni altra considerazione, perché in quella parola “LOTTO” è racchiuso il senso della vita di ogni donna.

Ho scelto questo titolo, ci spiega Gheryde, perché le mie storie hanno per protagoniste donne combattenti, che hanno dovuto lottare nella loro vita per imporre le loro scelte, per ottenere l’indipendenza, per realizzare i loro sogni. Alcune ce l’hanno fatta, altre purtroppo no ma certamente anche loro hanno lasciato un segno, ci hanno comunque provato, anche se spesso non basta, perché non tutto dipende dalla nostra volontà. Ancora oggi, molto spesso, sono gli altri che decidono per noi, per le nostre vite e non tutte le donne hanno la forza ma soprattutto le possibilità di ribellarsi.”

Gheryde è una donna forte, sensibile, è una madre, è una moglie, è una professionista e ci spiega che questi brevi scritti sono il suo personale vaccino contro molti virus dell’anima, soprattutto quella femminile.

Perché è inutile nascondere il fatto che noi donne sentiamo le cose in maniera più viscerale e le battaglie delle altre donne diventano le nostre battaglie, perché come mi ha scritto Gheryde nella dedica: “L’unione e la solidarietà tra donne possono prosciugare i mari e abbattere le montagne. Le donne scavano in profondità, si comprendono e si aiutano a vicenda. E anche se questo non succede spesso, quando accade scatena una forza potente”.

Ed è proprio vero, nei momenti difficili e nelle situazioni più gravi, noi donne siamo capaci di fare rete e di dare il nostro supporto a chi è in difficoltà, a chi soffre, a chi rischia la vita per i propri figli.  Ogni racconto di Gheryde porta il nome di una donna, sono madri, figlie, che lottano contro se stesse, contro la difficoltà di accettarsi per quello che sono, nel corpo e nell’anima, contro uomini padroni, violenti, contro scelte fatte da altri e che condizionano per sempre le loro vite. 

Ma ci sono anche storie di donne che hanno immolato la loro vita per sfuggire ad altre guerre, come Fatma o Amina, le cui vite sono state affidate al mare e che purtroppo nel mare sono annegate insieme ai loro sogni e alle loro speranze.

E mai come oggi queste storie sono attuali e ci riportano alle immagini di una guerra che distrugge, devasta e uccide, ed il peso è metaforicamente e non solo, sulle spalle di queste donne, rimaste da sole con i loro bambini senza poter contare sull’aiuto degli uomini in guerra per difendere il loro paese, che sono dovute scappare lasciando tutto e senza sapere dove andare con una sola certezza, quella di dover mettere in salvo i propri figli.

Gheryde non ha fatto in tempo a racchiudere nel suo libro, le riflessioni sulla guerra ma sbirciando sul suo profilo Facebook, ci ha regalato ancora una volta un pensiero, che pur non essendo scritto da lei, esprime alla perfezione il pensiero di ogni  donna e madre dinanzi a queste immagini di morte, distruzione ma anche di coraggio a cui stiamo assistendo in questi giorni ed è per questo che oggi più che mai, dedichiamo questa giornata internazionale della donna, a tutte le donne ucraine e a tutte le donne che vivono in paesi martoriati dalle guerre, a loro va il nostro pensiero e a loro dedichiamo questa bellissima poesia di Elena Bernabè :

La guerra è un affare maschile.

Viene decisa dagli uomini.

Le donne, che scappino pure dai luoghi di battaglia.

Sono deboli, hanno bambini appresso, sono d’intralcio

a una faccenda così grande.

Eppure la loro fuga è la più grande delle rivoluzioni.

Mettono in salvo la femminilità, la maternità, le future generazioni

e girano le spalle alla violenza, alla crudeltà, alla distruzione.

Si portano via il peso della sofferenza, del dolore,

della disperazione,

senza tramutarlo

in uccisione.

Possiedono le armi dell’amore, dell’accudimento, della cura:

veri e propri semi di vita.

Sanno affrontare le vere guerre, quelle interiori.

S’immergono da sempre

nel buio della loro anima,

sapendo che è la radice

di tutti i problemi esteriori.

Che siano benedette tutte le donne in fuga

dalle guerre del mondo,

dalle ingiustizie quotidiane,

dal non nutrimento

dell’anima.

Chi le pensa deboli

non sa

che si trova proprio nella loro fragilità

il potere di generare vita.

Che scappino, allora, le coraggiose donne,

più lontane possibile dalla distruzione:

loro sono nate per far nascere bellezza.

Chi vuol continuare a sparare fuori,

per non affrontare la propria guerra interiore,

non potrà mai conoscere la vera vittoria:

quella del cuore.

Gheryde Aprile

Ed è proprio così noi donne possediamo le armi dell’amore, dell’accudimento e della cura e con queste armi, che agli occhi del mondo sembrano deboli e a volte inutili, noi andiamo avanti per la nostra strada, affrontiamo le nostre battaglie quotidiane, quelle interiori e quelle esteriori.

La nostra vita è fatta di continue scelte, di rinunce, ma credo che nessuna donna rinuncerebbe ad essere tale. Un grazie va a Gheryde e a tutte le donne che come lei, si mettono sempre in gioco, che dicono quello che pensano e che provano, anche nel loro piccolo, a cambiare il mondo.  

Mariacarmela Torchi

elena barnabè, gheryde aprile, Giornata Internazionale della Donna, ucraina

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