Mi ricandido? Si, no, forse, il sindaco di Scicli Giannone ci sta pensando su
Esiste il dovere morale del sindaco di ricandidarsi? E’ su questo concetto che l’attuale sindaco di Scicli Enzo Giannone sta riflettendo in queste ore.
Ieri, a margine di una riunione a Vittoria, due suoi autorevoli colleghi sindaci e il segretario provinciale di un sindacato gli hanno detto, dall’alto della loro esperienza, una cosa che in tanti negli ultimi mesi e settimane gli ripetono a Scicli.
Ovvero, che il sindaco uscente ha il dovere di ricandidarsi, sia per un principio democratico di valutazione del suo modo di essere stato sindaco sia per completare il lavoro programmato e seminato, in gran parte rallentato o bloccato per far fronte all’emergenza della pandemia; emergenza che il sindaco ha dovuto affrontare in prima linea per quasi due anni, per lunghi periodi anche in solitario.
E’ un argomento – questo del dovere morale della ricandidatura – che il sindaco Giannone dice di non avere ritenuto fino ad oggi prioritario, ma che, a fronte anche delle divisioni allucinanti a cui sta assistendo nel quadro politico cittadino, lo hanno invitato a riflettere.
Giannone parla di soggetti esterni che pensano con arroganza di imporre scelte agli sciclitani, di trasformismi imbarazzanti e velleitarismi personalistici e a tratti puerili che lo hanno invitato a riflettere su cosa sia più utile, non tanto per lui (perché la risposta scontata sarebbe non ricandidarsi e starsene tranquillo a casa, dopo anni così duri), ma per la città e per quanti condividono, nel centrosinistra reale una visione progressista della politica.