A Modica il Palazzo degli Studi cambierà la sua destinazione, ma cosa ne sarà della sua identità?

Il grido d’allarme di Christian Piccitto del Comitato per la Salvaguardia del Palazzo degli Studi

Chi dimentica il passato non ha futuro.

Ed è quello che sta facendo il sindaco di Modica in diverse occasioni. Oggi vi vogliamo raccontare brevemente la storia del Palazzo degli Studi.

Fondato nel 1610, sorse per volontà della contessa Vittoria Colonna de Cabrera, che si fece promotrice della venuta a Modica dei Gesuiti e contribuì finanziariamente, insieme al Comune e ai possidenti del tempo, al che nella capitale della Contea si istituissero corsi di studio di livello universitario.

Fu dunque sede del Collegio Gesuitico sin dal 1630, del Ginnasio comunale nel 1862, del Regio Istituto Tecnico “Archimede” dal 1866, e ospita, dal 1878 il Liceo Classico intitolato allo scienziato e filosofo modicano Tommaso Campailla. Perché vi raccontiamo tutto questo?

Perché qualche giorno fa è arrivata per Modica una notizia, all’apparenza, lieta ma che poi riflettendoci in fondo tanto lieta non è perché nasconde, al suo interno, delle informazioni che potrebbero cambiare questa storia.

Sicuramente ricorderete che Modica ha ottenuto dieci milioni di euro per finanziare sei progetti, fra cui Palazzo degli Studi, per i quali sono stati stanziati 1.627.872 €.

In particolare, questo finanziamento servirà a recuperare il secondo ed il terzo piano al fine di adibirlo a scuola elementare e media. Facendo un passo indietro, c’è da dire che, il recupero di questo storico edificio, è stato per anni al centro dell’interesse del Comitato per la Salvaguardia del Palazzo degli Studi, costituito nel 2015 da alcuni studenti e docenti che allora frequentavano il Liceo Classico ospitato in questo Palazzo.

Non solo, del Comitato facevano parte anche ex studenti e docenti ma anche semplici cittadini legati alla storia del Liceo ed in particolare del Palazzo degli Studi che ne è stata da sempre la sede naturale e che rappresenta l’emblema culturale della Contea.

A fare parte del Comitato, fra gli altri Christian Piccitto che, alla notizia del finanziamento, è intervenuto sul suo profilo Facebook facendo delle interessanti considerazioni che non ci sono sfuggite e che riportiamo per intero: “Tralasciando l’entità della somma ottenuta – ovvero 1.627.000€, a fronte dei 6.892.000€ stimati precedentemente dal Comune – e tralasciando il fatto che pare manchino i progetti esecutivi per dare seguito al finanziamento ottenuto, mi chiedo: perché mai decidere di destinare il secondo e il terzo piano a scuola elementare e media? È imbarazzante assistere a questo goffo e reiterato tentativo di voler cancellare, ad ogni costo, la storia, l’identità e la cultura del nostro Palazzo. Il Palazzo degli Studi è tale proprio perché, sin dal 1600, ospita corsi di studi e, dalla seconda metà del 1800, il Liceo Classico T. Campailla, uno dei primi venti licei ad essere istituiti in Italia dopo la sua unificazione”.

Eravamo quattro studenti scapestrati e un gruppo ristretto di docenti quando, nel 2013, decidemmo di occuparcene. Lo abbiamo fatto ininterrottamente, anche in seguito, dopo esserci diplomati, costituendo il Comitato per la salvaguardia del Palazzo degli Studi. Noi crediamo che i locali vadano messi a disposizione del Liceo Classico per consentirgli di ampliare, così, la sua offerta formativa. Inoltre, abbiamo sempre coltivato il sogno di vederne una parte destinata alla libera fruizione degli studenti della Città, con aule studio, teatro e laboratori. Un vero e proprio luogo pieno e vivo di cultura, dove storia e progresso si fondano insieme in un unico abbraccio. Per questo abbiamo lottato e per questo lotteremo sempre, forti di quei 1500 concittadini che aderirono – non troppo tempo fa – alla nostra petizione e dei tanti, troppi, che in seguito ci hanno manifestato la loro adesione”.

Questa dichiarazione richiede dei chiarimenti a chi forse non conosce con precisione l’intera storia. Chiarimenti che ci siamo fatti dare proprio da Christian.

Partiamo dal riferimento alla somma che l’amministrazione Abbate aveva previsto fosse necessaria per il recupero del Palazzo degli Studi. Allora, ci racconta Christian, si deliberò che sarebbe stato necessario investire 6.892.000€ mentre oggi si parla di 1.627.000€ e allora delle due l’una o in passato si era gonfiata la somma per scoraggiare un intervento sul Palazzo degli Studi, che in quel momento non era priorità dell’Amministrazione aldilà dei proclami del sindaco, oppure adesso si fa passare per buono un finanziamento che non servirebbe a quanto pare a coprire nemmeno una parte dei lavori necessari al recupero del Palazzo degli Studi.

Ma tralasciando l’aspetto economico ciò che Christian contesta duramente è il cambio di destinazione.

A cosa sono servite le nostre proteste se adesso si vuole cancellare con un colpo di spugna secoli di storia? Quando il sindaco Abbate si insediò qualche anno prima della costituzione del Comitato, ci promise che il recupero di Palazzo degli Studi sarebbe stato tra le sue priorità ma ad oggi nulla è stato fatto. Anzi gli unici interventi sono stati realizzati grazie al nostro comitato. Ricordiamo ad esempio la pulizia del terzo piano che abbiamo recuperato con tanta fatica. Quello è stato solo un primo piccolo tassello di un progetto più grande che volevamo realizzare ma che non è stato supportato dall’Amministrazione. Solo promesse ma nessun fatto concreto e certamente i rapporti si sono incrinati dopo la nostra manifestazione di protesta in Piazza Matteotti ma eravamo davvero stanchi di essere presi in giro e così c’è sembrato giusto fare sentire la nostra voce anche perché la città era dalla nostra parte e adesso ci chiediamo è ancora così?”

Ce lo chiediamo anche noi, da che parte sta la città?

Ha memoria del passato o preferisce dimenticarlo e andare avanti perdendo la propria identità? Che ne sarà di quello che rappresenta da sempre il simbolo della cultura?

Il cambio di destinazione è stato solo un tecnicismo per ottenere i fondi o è stato fatto con cognizione di causa?

Purtroppo, queste domande, ad oggi, restano senza risposta ma una promessa possiamo farla alla città: vigileremo sulla vicenda e cercheremo di capire se il Palazzo degli Studi ha ancora una possibilità per non perdere la sua identità oppure, sarà destinato, come ormai è consuetudine in questa città, ad andare perduto a favore di iniziative che con la cultura hanno poco a che fare.

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