Modica, a Santa Maria del Gesù il progetto “Fabrik” per favorire l’aggregazione giovanile

MODICA – Ha preso il via già da qualche giorno, con “quartier generale” nel complesso monumentale di Santa Maria del Gesù a Modica alta, il progetto Fabrik, ideato e realizzato dalle associazioni LAP e Chora (coordinate rispettivamente da Francesco Lucifora e Fania Di Gabriele), e che è stato selezionato tramite il bando Ministeriale denominato Piano Scuola Estate 2021– “Contrasto alla povertà e all’emergenza educativa”, recepito dall’istituto Galilei-Campailla.


Il progetto Fabrik coinvolge gli studenti dell’I.I.S. Galilei-Campailla (Classico, Scientifico, Artistico) allo scopo di restituire alla fruizione pubblica un luogo che ha enormi potenzialità, soprattutto in considerazione del contesto urbanistico e sociale nel quale è situato: un chiostro del 1500 che da ormai cinque anni viene visitato da numerosi turisti e nel quale si svolgono qualificate iniziative culturali, inserito in un quartiere che purtroppo soffre della carenza di alcuni servizi.

Grazie a Fabrik, il complesso monumentale, sia nella sua parte di pregio architettonico sia nella struttura inutilizzata dell’ex carcere, attraverso il cortile che è spazio di congiunzione tra le due, è diventato centro di aggregazione giovanile nel quale seguire dei percorsi di crescita e integrazione tramite incontri multidisciplinari, di orientamento, attività ludico-creative.


Il cortile, con l’interessamento dell’assessore alla Cultura del Comune di Modica, Maria Monisteri, e su impulso dell’assessore alle Manutenzioni, Giorgio Belluardo, è stato bonificato e reso sicuro per i ragazzi.

A commentare il progetto il prof. Sergio Carrubba, dirigente dell’Istituto Galilei-Campailla , mostrandosi entusiasta al modo positivo in cui hanno risposto i giovani dinanzi questo format.


Grazie al progetto “Fabrik”, dunque – conclude Carrubba – si sta favorendo l’incontro tra gli studenti di tutti gli indirizzi dell’I.I.S. Galilei – Campailla, già pesantemente condizionati e trattenuti dalla pandemia da Covid-19, in una parte periferica della città priva di spazi e servizi fruibili da adolescenti in modo che diventi spazio urbano vissuto come tracciato di comunicazione contro la violenza di ogni genere nonché spazio virtuale di connessione con realtà simili insistenti o meno sul territorio

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