Riaccorpamento Camere di Commercio, un disegno scellerato e irrispettoso del territorio

Resta aperto e incandescente il dibattito sull’emendamento approvato in Commissione parlamentare in seno al decreto “Sostegni bis” e sostenuto dall’onorevole Stefania Prestigiacomo, che ridisegna la geografia delle Camere di Commercio e rimette in gioco gli accorpamenti già avvenuti in Sicilia che vedevano insieme Catania, Ragusa e Siracusa.

Il nuovo possibile scenario, lo ricordiamo, vedrebbe scorporate Ragusa e Siracusa da Catania per essere unite ad Agrigento, Caltanissetta e Trapani. Un disegno politico che ha scatenato decine di interventi in questi ultimi giorni e che secondo il presidente della Commissione Speciale all’Ars Carmelo Pullara, intervenuto oggi non rispetta il territorio.

“L’obiettivo fissato dalla riforma della pubblica amministrazione di ridurre le Camere di commercio con processi di accorpamento appare poco applicabile in una regione come la Nostra – afferma Pullara – che evidenzia come la Sicilia, per conformazione geografica, carenza nei collegamenti viari e per numero di province, spesso assai differenti tra loro, appare la regione meno adatta per essere interessata dall’accorpamento.

Trapani e Siracusa, per fare un esempio, sono due aree economiche differenti e parecchio distanti tra loro, non solo per numero di chilometri ma anche e soprattutto per tipologie di attività economiche presenti.

La nuova geografia camerale non deve garantire solo un risparmio economico per la pubblica amministrazione, ma anche servizi efficienti e presenti nel territorio.  La decisione di scorporare le sedi di Ragusa e di Siracusa dalla supercamera del sud-est per accorparle alla Camera di Commercio di Trapani insieme alle sedi di Agrigento e di Caltanissetta, è a dir poco sconcertante anche secondo l’Associazione Confronto.

Una decisione ispirata da ragioni che nulla hanno a che fare col territorio e con le imprese le cui attese vengono ancora una volta tradite. “Una decisione inaspettata messa in atto senza alcuna consultazione – ha dichiarato il presidente Enzo Cavallo. Una decisione ispirata da ragioni che non interessano le imprese, assunta solo per scorporare Siracusa e Ragusa dall’Ente di Catania senza tenere in alcun conto delle inimmaginabili conseguenze derivanti dall’accorpamento con Trapani.

Come dire “dalla padella alla brace”. Confronto auspica che l’intervento della Regione possa concorrere a sanare, attraverso la fusione Ragusa-Siracusa, una situazione divenuta a dir poco paradossale.

Cosa che auspica anche il sindaco di Ragusa Cassì che evidenziando l’insostenibilità economica del progetto scellerato, auspica un percorso che riporti le Camere ad una identità territoriale di carattere provinciale.

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