L’ennesima promessa per la Fornace Penna che continua a crollare inesorabilmente

Dell’antico “stabilimento bruciato” o “Fornace Penna” che dir si voglia, tra una visita e l’altra, un annuncio e l’altro, una promessa e l’altra  resteranno solo le immagini di qualche cartolina sbiadita, di qualche episodio del Commissario Montalbano e del suggestivo spot pubblicitario della borsa firmata Dolce e Gabbana.

Sì, perché del recupero della Fornace Penna che Vittorio Sgarbi definì anche “Basilica laica in riva al mare” si parla, inutilmente, ormai da decenni. False promesse e falsi impegni che si aggiungono all’infinito elenco che tiene sospese tra la speranza e l’illusione generazioni di ragusani.

Viene da sorridere, per non dire piangere, all’ennesima rassicurazione arrivata nei giorni scorsi dall’assessore regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà che ha annunciato l’arrivo di un milione di euro dalla Regione siciliana per recuperare l’ex Fornace Penna, l’antico stabilimento di laterizi, che, sempre meno imponente, si affaccia sulla scogliera di Punta Pisciotto, in territorio di Scicli. Samonà ha detto che il Governo regionale ha avviato un confronto con i proprietari per dare l’avvio al recupero del rudere.

Ma ricordiamo che lo stesso identico annuncio era stato fatto dallo Stesso Samonà  l’anno scorso di questi tempi. In quella occasione si era parlato finalmente di una luce in fondo al tunnel, ma fino ad oggi questa luce è restata un miraggio. Dal 1924 lo stabilimento ha resistito a tutte le intemperie e a tutte le promesse, anno dopo anno ha perso un pezzo dopo l’altro, mentre proprietari, studiosi, amministratori e politici si sono avvicendati con progetti, idee, manifestazioni e passerelle.

Dagli anni ’80 si è parlato del recupero della Fornace per essere trasformato una volta in albergo di lusso, una volta in monumento vincolato, un’altra come patrimonio archeologico, e un’altra ancora come museo del mare. Fiumi di parole e montagne di ruderi che anno dopo anno vanno ad accumularsi, tristi, ai piedi di quello che oggi è solo un pericolo per l’incolumità pubblica, un cumulo di macerie  cadute sotto il peso dell’indifferenza.

Accogliamo con gioia l’annuncio dell’arrivo di un altro milione, che si aggiunge agli altri già promessi, ma ricordiamo che non un solo centesimo è mai stato speso per il suo recupero.

pisciotto, regione, Samonà

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