Legambiente Scicli: ecco perché non vogliamo quello stabilimento a Donnalucata

Ieri mattina il flash mob per dire “Giù le mani dalla spiaggia” a Donnalucata sulla spiaggia di Ponente dove è in costruzione uno stabilimento balneare con incluso ristorante e pizzeria. Adesso Alessia Gambuzza, presidente del circolo Legambiente Scicli spiega nel dettaglio i perché di questo no.

In primis, la concessione è stata rilasciata facendo riferimento ad un Piano spiagge risalente al 2007 (ben 14 anni fa!). Questo perché l’amministrazione di Scicli prima non ha risposto ai solleciti del Demanio e poi ha tenuto nel cassetto quello redatto dal Commissario ad acta, invece di inviarlo alla Regione Siciliana.

La Gambuzza evidenzia poi come nel nuovo piano spiagge, sia prevista tra le altre cose la valutazione ambientale strategica (VAS) che il Commissario aveva predisposto e il piano si sarebbe dovuto discutere in consiglio comunale. Ma a seguito di questi incomprensibili ritardi da parte dell’amministrazione, dichiara ancora la presidente di Legambiente Scicli, non solo è rimasto in vigore il piano del 2007, ma la comunità è stata privata del diritto di intervento previsto nelle varie fasi del procedimento. Eppure la spiaggia è un bene comune, dunque il destino delle coste ed il Piano spiagge dovrebbero essere decisi con la partecipazione popolare.

Inoltre, per la presenza del porticciolo, vige il divieto di balneazione sul fronte lineare di 550 m, ripartiti alla destra e alla sinistra del porto.  Sottraendo alla spiaggia libera tale area di divieto e le aree interessate alle concessioni, su una spiaggia di circa 450 metri, ben poco resta di libera per i bagnanti.

Da anni Legambiente denuncia forti carenze nella normativa, a cominciare dai canoni irrisori per il possesso pluriennale di beni comuni e senza gara pubblica. Purtroppo in Italia l’unico tema di discussione e intervento normativo sulle spiagge in 14 anni ha riguardato la proroga, sempre senza gara pubblica, delle concessioni balneari: ultima, in ordine di tempo, la proroga inserita nella legge di Bilancio 2019 e nel decreto “Rilancio” che estende le proroghe fino al 2033.

E questo, nonostante già nel 2009 l’Ue abbia avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, chiedendo la messa a gara, visto che la direttiva Bolkestein del 2006 prevede la possibilità anche per operatori di altri Paesi Ue di partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione. Cosa che costituirebbe, fra l’altro, tutela e garanzia per il personale ingaggiato, che verrebbe messo in regola e pagato a tariffa piena.

Legambiente Sicilia ha presentato una memoria al Consiglio dei Ministri e alla Commissione europea per chiedere l’impugnativa dell’articolo 2 della legge regionale 32 approvata all’ARS il 16 dicembre 2020 con cui si prevede di rilasciare nuove concessioni demaniali marittime nelle more di approvazione dei piani spiagge.

ambiente, protesta

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