Modica, votare il dissesto è un atto dovuto, perdere tempo danneggia la città

In questi giorni si rincorrono voci più o meno incontrollate su alcuni comportamenti ( strategia politica?) dei consiglieri comunali in vista della riunione del Consiglio, fissata per giovedì, alle 19 con all’ordine del giorno l’approvazione degli atti relativi alla dichiarazione di dissesto.

Da tempo, alcune settimane, la maggioranza è divisa e non mancano le scaramucce e a nulla sono valse le dichiarazioni di intenti e di sostegno alla giunta. La verità è che c’è una dialettica troppo forte, tra il gruppo che sostiene il sindaco Monisteri, contrapposto all’altro che fa capo all’ex sindaco e deputato regionale Ignazio Abbate.

Sono note le motivazioni dell’ex sindaco che non vuole, che si arrivi alla dichiarazione di dissesto. Non lo vuole e basta, senza però dire una parola sulla sua strategia di rinvii ed interferenze. Insomma, come si dice dalle nostre parti “ a palummu mutu!” mettendo in atto però comportamenti al limite dell’incomprensibile per un ex sindaco. Come, questo dissesto non sa da fare fino al “ Muore Sansone con tutti i filistei”, dove Sansone dovrebbe essere, nella sua narrazione, Maria Monisteri e i consiglieri che la sostengono.

Ignazio Abbate, per evitare la dichiarazione di dissesto, li ha tentate tutte, viaggi a Roma ( Corte dei Conti, Ministero delle Finanze, deputati nazionali), ma il risultato, a quanto si è saputo, non è stato felice e non ha spostato di un solo euro, il debito del Comune di Modica, che nel frattempo è cresciuto ed è fuori controllo.

Perfino le forze attive ( dell’una e dall’altra parte) sono entrate in campo, al punto di dare sostegno al Sindaco e alla Giunta, tranne poi a non partecipare alla  conferenza dei capigruppo per decidere la data di convocazione del Consiglio e sollecitare il parere della terza commissione. Quest’ultima, come ultimo tentativo, ancora sta tergiversando ed ha rinviato la sua decisione a giovedì, qualche ora prima della riunione del Consiglio.

Al riguardo, va sottolineato che sul tavolo, ci sono quattro documenti: la relazione della Corte dei Conti di settembre, la relazione della Dirigente Di Martino, la relazione del commissario ad acta Giovanni Cocco, ed infine l’ultima relazione dei revisori dei conti. La commissione consiliare che fa? Chiede ancora chiarimenti, insomma vuole coprire il sole con la rete. Tutte le relazioni concordano: non ci sono margini per tentare un risanamento, occorre andare alla dichiarazione del dissesto, per poi, piano piano riprendere un percorso virtuoso di risanamento che si potrebbe concludere nell’arco di 5-7 anni.

Sarà sempre una mazzata per la città, ma anche una speranza di rinascita. Nel frattempo, la città è con l’acqua alla gola e certo non per colpa dei cittadini

Ma tutto questo non viene percepito, forse, dall’ex sindaco che controlla un gruppo di 12 consiglieri e che maledice il giorno in cui ha fatto l’accordo sul sindaco Maria Monisteri con il gruppo politico che fa capo alla famiglia Minardo che vanta una rappresentanza a Roma nella persona dell’on. Nino Minardo.

Da qui, le tensioni recenti, le incomprensioni, la spaccatura della maggioranza consiliare ed ora arriva il Consiglio che deve votare i documenti del dissesto.

Da qualche giorno sono cominciate le grandi manovre che si possono riassumere così: fare fuori la Monisteri o portarla al limite di sopportazione e farla dimettere dalla carica il prima possibile. E poi c’è il ruolo dei dodici consiglieri in consiglio: voteranno per il dissesto o si asterranno? L’indicazione sembrerebbe il ricorso all’astensione, sicuramente senza una motivazione con l’obiettivo di arrivare ad un risultato di 12 favorevoli e 12 astenuti. In questo caso il dissesto non passa, ma ci penserà il commissario ad acta Givanni Cocco, ad approvarlo entro 20 giorni dalla data del Consiglio.

Quindi un rinvio momentaneo , una perdita di tempo per la città, ma, anche, un messaggio politico forte che andrebbe interpretato perché servirebbe, solo, ad allontanare eventuali responsabilità da chi ha amministrato prima della Monisteri, unica e sola responsabile assieme ad Antonello Buscema, secondo la narrazione corrente dell’on. Ignazio Abbate, del dissesto e dei debiti accumulati in questi anni.

Peccato che la narrazione corrente non può essere accolta. Lo dicono le carte, ma principalmente i numeri che come si sa hanno, sempre la “testa dura” e dicono sempre la verità e tutti si devono rassegnare all’evidenza.

Ma non ci sono strategie d’aula sull’ordine del giorno del consiglio comunale: il voto sul dissesto, per i consiglieri, è un atto dovuto. Non ci sono chiacchiere, non ci possono essere mezze misure, almeno che, come recitano i testi e i regolamenti, non ci siano motivi evidenti, ad esempio errori nell’individuazione del disavanzo, omissioni da parte di funzionari, revisori, e commissario ad acta, oppure l’esistenza di un tesoretto del Comune di centinaia di milioni tenuto nascosto e non considerato nel calcolare il disavanzo. Ma non è il caso del Comune di Modica. Mentre la città al di là di questi cincischiamenti, non ha una lira in cassa e non può fare fronte a nulla.

Inoltre, ed è l’ultima trovata, una voce circola con insistenza sulla eventualità che non approvando il dissesto ( ma c’è il Commissario ad acta), il Consiglio verrebbe sciolto e andrebbero tutti a casa ( quel muore Sansone e tutti Filiste!), ma non è così. Nell’eventualità molto remota, la giunta rimarrebbe in carica e solo il consiglio verrebbe sciolto. Ma ripetiamo non è una eventualità che al momento può essere presa in considerazione.

Ovviamente nessuno, (partiti, cittadini, imprese), tifano per il dissesto visto un buco enorme accumulato negli anni, insostenibile per chiunque, anche per le future amministrazioni che dovranno dotarsi, necessariamente, di anticorpi, prendendo le distanze dagli amministratori del passato che hanno dimostrato la loro incapacità, oggi certificata più che mai.

Comune di Modica, corte dei conti, Dissesto, ignazio abbate, Maria Monisteri

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